Fig.2
Isole tumorali di varie dimensioni


Fig.3
Carcinoma basocellulare pigmentato: cellule neoplastiche basaloidi con palizzata periferica e abbondante pigmento melanico

Bibliografia

1. Hyde JN, Montgomery FH. Diseases of the skin. Lea Brothers, Philadelphia, 1897: 669. 2. Krompecher E. Der Basalzellkrebs. Fischer, Jena, 1903. 3. Lever WF, Schaumburg-Lever G. Histopathology of the skin, Lippincott, Philadelphia, 1983: 562-575. 4. Maize JC, Burgdorf WHC, Hurt MA, et al. Cutaneous Pathology. Churchill Livingstone, Philadelphia, 1998, pp.451-461. 5. Dormarus HV, Steven PJ. Metastatic basal cell carcinoma: report of five cases and review of 170 cases of the literature. J Am Acad Dermatol 10: 1043, 1984.


Fig.1
Carcinoma basocellulare: masse di cellule blu nel derma.

CARCINOMA BASOCELLULARE
(Sinonimi: basalioma, epitelioma basocellulare, carcinoma a cellule basali)

Il carcinoma basocellulare è un tumore della pelle noto già alla fine del secolo XIX, col nome di "epitelioma superficiale" e di "ulcus rodens" (ulcera rodente) [1]. Nel 1903, in riferimento alla somiglianza istologica delle sue cellule con le cellule basali dell'epidermide, viene coniato da Krompecher il termine "basocellulare" (basal cell), che lo contraddistingue [2]. Il carcinoma basocellulare si osserva, con poche eccezioni (sindrome del carcinoma basocellulare nevoide), su cute provvista di follicoli piliferi e mai sulle mucose ed è oggi considerato un tumore pilare. La lesione è in genere singola, ma lesioni multiple simultanee o a comparsa successiva sono abbastanza frequenti [3]. Si osserva in soggetti adulti, ma occasionalmente anche in adolescenti e bambini; fra i fattori predisponenti sono stati considerati: l'esposizione prolungata alla luce solare, i raggi X e, meno comunemente, le cicatrici da ustione [3].
Macroscopicamente il tumore si presenta come una papula o come un nodulo, talora pigmentato o con teleangectasie superficiali. Spesso il tumore si presenta ulcerato e caratterizzato da crescita infiltrante e distruttiva, a volte appare francamente come un'ulcera a bordi arrotondati. Meno frequentemente si può presentare come una placca indurita piana o leggermente depressa a margini poco definiti (varietà sclerodermiforme) o come un nodulo peduncolato coperto da cute arrossata (fibroepitelioma); qualche volta la lesione appare come una chiazza eritematosa, desquamante (varietà superficiale)[3]. Microscopicamente tutte le varietà di carcinoma basocellulare sono costituite da cellule basaloidi con un grande nucleo ovale o allungato e scarso citoplasma. Queste cellule somigliano alle cellule basali dell'epidermide, ma non mostrano ponti intercellulari. Con le comuni colorazioni il tessuto neoplastico si colora intensamente con l'ematossilina e poco con l'eosina, assumendo un caratteristico colore blu. Le forme nodulari sono caratterizzate da masse cellulari solide o cistiche, che possono ulcerare l'epidermide, infiltranti il derma e qualche volta anche l'ipoderma. La forma superficiale mostra gettoni cellulari basaloidi sporgenti verso il basso dalla membrana basale epidermica, la forma adenoide presenta strutture di apparenza cava, simil-ghiandolari, la forma cheratosica si caratterizza per formazione di materiale cheratinico e cisti cornee, che non mostrano strato granuloso tra la cisti e le cellule paracheratosiche. La varietà sclerodermiforme si presenta con numerose strutture cordonali o isole solide nel contesto di una proliferazione fibrosa [4].
Il carcinoma basocellulare è un tumore che mostra essenzialmente una malignità locale, infiltrando ed eventualmente distruggendo i tessuti circostanti, ma in genere senza propensione alla diffusione a distanza. Pertanto l'escissione chirurgica radicale con controllo istologico dei margini conduce alla guarigione completa. Se localizzato in sedi facilmente aggredibili, di norma il tumore è asportabile con adeguato margine e vi sono pochi rischi di recidive locali; in sedi particolari (volto, labbro, condotto uditivo, palpebre, ala nasale) l'asportazione è più problematica e, qualora residui del tumore siano lasciati in sede, si possono verificare recidive. In queste sedi difficili la guida dell'istologia estemporanea durante l'intervento può ridurre il rischio di una asportazione incompleta. Sono descritte in letteratura metastasi linfonodali o a distanza da carcinoma basocellulare, ma questo evento è veramente raro. In tutta la letteratura medica in tutti i tempi i casi riportati sono meno di 200 [5], nei quali peraltro occorrerebbe verificare se le diagnosi iniziali. Nella nostra esperienza (20 anni) su migliaia di lesioni non è stato osservato alcun caso di carcinoma basocellulare con metastasi. Senza voler negare dunque questa realtà, si può dire che la metastasi nel carcinoma basocellulare è una evenienza eccezionale ed estremamente rara.

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