Melanoma cutaneo a diffusione superficiale (aspetto clinico)

Relazione tra spessore del melanoma e sopravvivenza

Bibliografia

Stadelman WK, Rapaport DP, Soong S-J et. al. Prognostic clinical and pathological features. In Cutaneous Melanoma, CM Balch, AN Houghton, AJ Sober, A-J Soong Editors. 3rd Ed. Quality Medical Publishing, Inc, St. Louis, Missouri, 1998: pagg. 12-20.

Relazione tra livelli di Clark e sopravvivenza

FATTORI PROGNOSTICI NEL MELANOMA CUTANEO

Nel melanoma di I e II stadio (malattia localizzata senza evidenza clinica di metastasi linfonodali) i principali fattori prognostici clinici e istologici sono:

SESSO: L'incidenza del melanoma è pressocché uguale negli uomini (48%) e nelle donne (52%), ma le donne mostrano una percentuale complessiva di sopravvivenza maggiore rispetto agli uomini.

SEDE ANATOMICA: I soggetti con melanoma delle estremità hanno una percentuale di sopravivenza maggiore rispetto a quelli con melanoma del tronco, della testa e del collo. Non si trovano differenze tra le estremità superiori e quelle inferiori, come non vi sono differenze tra i melanomi del tronco e quelli della testa e del collo. I melanomi delle mani e dei piedi hanno una prognosi peggiore, ma questo dato non è confermato da tutti gli studi.

ETA': I pazienti più anziani tendono ad avere prognosi peggiore.

GRAVIDANZA: La gravidanza al tempo della diagnosi o seguente la diagnosi di melanoma non ha influenza sulla sopravvivenza.

SPESSORE (INDICE DI BRESLOW): E' la misura mediante oculare micrometrico, espressa in mm, dell'invasività del melanoma. La misura viene effettuata, nella sezione che mostra la maggiore profondità di infiltrazione, a partire dallo strato granuloso (escludendo il corneo che ha spessore variabile nelle varie sedi), in direzione verticale, perpendicolare alla superficie epidermica, fino al punto più profondo del tumore. Se il tumore è ulcerato la misura viene dalla sommità dell'ulcera fino al punto di maggior spessore. Noduli tumorali staccati sotto il tumore (microsatelliti) sono ora inclusi nella misurazione. Sono da evitare le misurazioni in corrispondenza dei follicoli piliferi, che falsano in eccesso il valore finale.

ULCERAZIONE. La presenza di ulcerazione epidermica peggiora la prognosi.

LIVELLO (DI CLARK): E' una valutazione della invasività del melanoma basata sull'anatomia della cute. Si distinguono 5 livelli: I livello: melanoma confinato al di sopra della membrana basale (epidermide, epiteli follicolari ed annessiali), in situ; II livello: invasione discontinua del derma papillare; III livello: invasione massiva del derma papillare fino al confine col derma reticolare; IV livello: invasione del derma reticolare; V livello: invasione dell'ipoderma. Il derma papillare si distingue dal reticolare perché è più lasso e costituito da collageno sottile e verticale. Il derma reticolare è più compatto, costituito da bande collagene sono più spesse e orizzontali; contiene la parte secernente delle ghiandole eccrine.

STATO DEL LINFONODO SENTINELLA: La presenza di micrometastasi occulte nel linfonodo sentinella (cfr. pag. 6) è un elemento che peggiora la prognosi (melanoma stadio III). La sopravvivenza complessiva a 10 anni con linfonodo sentinella negativo è del 65%, con linfonodo sentinella positivo del 45%.

ISTOTIPO (cfr. pag. 1): Tradizionalmente si riteneva che il melanoma nodulare avesse peggior prognosi del melanoma a diffusione superficiale; tuttavia, quando si tiene conto dello spessore, le sopravvivenze, a parità di spessore, tendono ad essere sovrapponibili. Una prognosi leggermente migliore si attribuisce al melanoma su lentigo di Hutchinson e una un po' peggiore al melanoma acrale lentigginoso.

INFILTRATO LINFOCITICO: Non ha un effetto rilevante sulla prognosi, anche se qualche autore ha trovato dati differenti.

REGRESSIONE ISTOLOGICA: La presenza di regressione istologica sembra non influenzare significativamente la prognosi.

pag. 9

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