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La Brigata Cadore

  I  


Oggi  avrebbe cinquant'anni
Nata nel 1953 sciolta nel 1997



I
n questi anni d'inizio millennio in cui gli Alpini sono purtroppo "rara avis" in Cadore e nell'intero Bellunese, emoziona ricordare non solo che essi furono qui di casa fin dagli esordi del corpo, nel 1873, ma pure che una delle più efficienti loro Brigate ha portato il nome della nostra piccola patria alpina per molti decenni. Per l'esattezza 44 anni, dal 1953 al 1997, allorché, al comando del generale Primo Gadia, fu sciolta nel contesto di una riorganizzazione dell'esercito. Se qualcuno volesse osservare che la Brigata, nata solo nel dopoguerra, non può vantare nobili ascendenze, basterebbe rispondergli che i reggimenti e i gruppi che la componevano sono stati in assoluto tra i primi creati, a Pieve di Cadore e Auronzo, e che molti di essi hanno combattuto già in Eritrea nel 1887. Il solo 7º Reggimento risulta il più decorato tra i reggimenti alpini (quasi 1200 medaglie individuali) ed è un onore ed insieme una consolazione per noi constatare come esso sopravviva ancora con il Btg. "Feltre" nella Brigata "Julia". La data di nascita della "Cadore" può essere fatta risalire già all'aprile del 1953, quando giunse a Belluno il nucleo costitutivo del 6º Reggimento artiglieria da montagna con la bandiera del disciolto 3º Reggimento artiglieria. II 1º luglio 1953, dopo una petizione popolare e di civiche amministrazioni bellunesi e trevigiane, promossa dalla Sezione Alpini di Belluno, venne disposta ufficialmente la ricostituzione del 7º con la contemporanea istituzione della Brigata Alpina "Cadore", al comando del Generale Carlo Ravnich. Pochi mesi dopo, il 20 ottobre 1953, il 7º ancora in via di formazione e col 30% degli organici, è mobilitato per l'esigenza "T" (Trieste) e dislocato nella zona di Cividale del Friuli, ove rimane sino al 19 dicembre 1953. Formata da tre Battaglioni Alpini ("Feltre", "Pieve di Cadore" e "Belluno", contraddistinti da nappina rispettivamente bianca, rossa e verde), nonché dal VI Artiglieria da montagna, con 3 gruppi da 3 batterie ciascuno ("Lanzo", "Pieve di Cadore" e "Agordo"), la "Cadore" si distinse nei soccorsi alla popolazione civile sia in occasione del disastro del Vajont nel 1963, sia durante l'alluvione del 1966. Per molti giorni alpini, artiglieri e genieri scavarono tra le macerie di Longarone e nel 1968 il Presidente della Repubblica concesse alle Bandiere del 7º Alpini e del 6º Artiglieria da Montagna la Medaglia d'Oro al Valor Civile. Nel 1975 la Brigata subì un parziale ridimensionamento (con due soli gruppi d'artiglieria, "Lanzo" ed "Agordo"), ma rimaneva ben radicata e diffusa sull'intero territorio bellunese, con reparti dislocati a Belluno, Pieve di Cadore, Tai, S. Stefano, Bassano e con basi logistiche ad Arabba, Agordo, Pian del Consiglio, Strigno. Nel 1980 è intervenuta nei soccorsi alle popolazioni lucane ed irpine colpite dal terremoto e nel 1983, per il 30° della fondazione, ha ricevuto la cittadinanza onoraria di Belluno. Nel 1985 ha agito in Val di Stava, in seguito al cedimento di quell'invaso minerario, e nel 1988 ha ottenuto la cittadinanza onoraria di Longarone. Nel 1991 si ebbe un'ulteriore ristrutturazione, con lo scioglimento dell'"Agordo" e la rinascita del 7º Alpini su base "Feltre", del 12º Alpini su base "Pieve di Cadore", del 6º Artiglieria su base "Lanzo" e del 16º Alpini su base "Belluno". La consegna delle bandiere di guerra al Col. Edoardo Gandolfo (C.te del 7º) e al Col. Giulio Barberis (C.te del 6º Artiglieria) fu allora per Belluno l'occasione per un'autentica festa popolare che qualche giornalista volle paragonare alle gloriose giornate del 1918. Durante la guerra del Golfo la Brigata assolse compiti di ordine pubblico e di protezione di obbiettivi sensibili, prodigandosi poi nell'assistenza a profughi albanesi, croati e bosniaci. Altri interventi di soccorso risalgono al 1992 (frana di Lamosano) e al 1994 (alluvione in Piemonte), mentre diversi reparti hanno partecipato ad operazioni contro la malavita in Sicilia, Calabria e Sardegna. Alle già citate cittadinanze onorarie, vanno aggiunte quelle di Arcade (1990), Cardato (1991), Marostica (1992), Bassano del Grappa (1994) e Conegliano (1995), nonché i premi "L'Agordino d'oro" e "Sala di Cultura De Luca", rispettivamente nel 1994 e 1995. Chi volesse trovare non solo ampia documentazione storica sulla Brigata, ma pure innumerevoli altri aspetti di quella che può essere considerata un'autentica pagina di civiltà morale e culturale della nostra gente, può ricorrere all'ottimo sito www.brigatacadore.it costruito da Lorenzo Russo, già Caporale della 167a cp del Btg "Pieve di Cadore". In esso si potrà trovare eccellente materiale iconografico, dialogare con tanti ex commilitoni e magari esprimere via e.mail tutta la propria amarezza per la fine di una tradizione che forse meritava davvero di più.