Questa vetusta dimora sulla piazzetta di fronte alla
chiesa di Ora viene annoverata
tra le più antiche e significative
costruzioni del paese. I muri
merlati, segno dell'antico ruolo, cingono ancora oggi il cortile compresso tra l'abitazione e
l'osteria. Da qua si distendono
fino grandi stalle, sede, da qualche anno, di un altro ristorante. Che da sempre il vino e il cibo vi abbiano giocato un ruolo
importante lo testimoniano
non solo la documentata presenza di un torchio ( da cui l'usanza del Torggelen ) e di un
mulino, ma anche la sagoma di
un Bretzel bene impresso sullo
stemma di famiglia. Se questo
simbolo indicasse la praticava
della nobile arte della panificazione, non è certo, ma probabile. Che, pur passando di mano
in mano, nel corso di quasi
quattro secoli, l'arte della ristorazione vi abbia sempre giocato
un ruolo sempre più importante è, invece, certo. Il nome" Tschurtsch " (pigna) è l'abbreviazione di Tschurtschentaler, il cognome, abbastanza diffuso in Alto Adige, di una delle
ultime famiglie che vi abitarono. E molte furono quelle che
vi si avvicendarono fino ai primi decenni del secolo scorso.
L'osteria che dal 1995 vi conduce Eduard Pichler, non si discosta molto, crediamo da quelle che punteggiarono per secoli
località piccole e grandi dell'Alto Adige. Vi si mesce il vino, anche quello della casa. In autunno gruppi di amici e colleghi si
avvicendano per allegre serate
a base di castagne e mosto d'uva. L'atmosfera è sempre piacevolmente chiassosa e dalla cucina si diffondono i profumi di
una cucina semplice ma non banale. L'apertura viene relegata
alla sera, poiché, nel resto della
giornata il proprietario si dedica principalmente alla sua attività di coltivatore. Per giungervi basta svoltare dalla statale
verso il centro storico di Ora.
Percorrendo per qualche centinaio di metri le vecchie stradine si giunge direttamente al
piazzale della chiesetta. Qui, dopo aver cercato un posto per
parcheggiare basta avviarsi
verso il portone di legno sul muro di cinta, inopinatamente illuminato, lungo tutto il suo profilo, da una chiassosa luminaria
natalizia. Passato il cortiletto ci
si inoltra, sotto le volte a botte,
in quelle che erano cantine o
stalle abilmente restaurate.
E' sulla tavola che si apprezza di più lo spirito di quest'osteria che ha cercato di bandire la
banalità. Speck e salumi sono
di quelli"giusti". Vengono selezionati con cura o, prodotti e affinati in casa. Seduti sulle solide panche di legno intorno ai
pesanti tavoloni, ordinate tranquillamente le semplici portate
della carta. Potrete scegliere
tra una ottima zuppa di gulasch, o tra una classica e non meno buona minestra d'orzo. Tra i
piatti da non trascurare la morbida e saporita testina di vitello
all'agro ricoperta di anelli di
cipolla e irrorata da un buon
aceto tiepido. Assolutamente
da non perdere il gulasch, preparato come una via di mezzo
tra la ricetta tradizionale e un
brasato. Ad accompagnarlo gli
immancabili canederli eseguiti
come si deve. In stagione non
mancano mai piatti a base di
asparagi, mentre in tarda estate e in autunno la parola passa
ai funghi. Le insalate sono quelle dell'orto, così come l cappuccio finemente tagliato fresco
che pare appena staccato da terra.
Tra i piatti da provare il carpaccio di particolare freschezza
e alcuni formaggi accuratamente selezionati. Come accennato
parecchi ingredienti vengono
prodotti direttamente in casa
con grande piacere per la gola.
Tra questi vanno annoverati
anche i dolci, in particolare lo
Strudel. Le mele che lo farciscono sono, naturalmente di qua.
La discreta carta dei vini permette un adeguato accompagnamento. Il tutto per meno di
20 euro. Per una serata all'insegna dei sapori semplici ma veri. Chiuso il mercoledì, aperto
dalle 17 e non in tutti i periodi
dell'anno, quindi è meglio prenotare. Osteria Tschurtsch
Piazza della Chiesa 3, Ora ( 0471
810648 ). Lo stesso Eduard Pichler ha impostato la cucina
cui spesso si dedica personalmente. Questa è la sua ricetta
per il famoso e saporito Gulasch alla" Tschurtsch".Per quattro persone si prende un chilo di carne di manzo
( cappello del prete ) e 3/4 di chilo di cipolla affettata. Quest'ultima va fatta rosolare
con un po' di olio fino a quando imbiondisce. Se la pentola
è capiente vi si aggiunge da
una parte la carne tagliata a
dadi e la si fa rosolare con due
cucchiai di concentrato di pomodoro e una foglia di alloro.
A questo punto dopo aver
unito cipolla e carne, si bagna
il tutto con un quarto di Lagrein Tschurtsch (ma anche
un altro va bene) e si incorporano due cucchiai di paprica.
Dopo aver fatto tirare un po'
il vino si procede a bagnare il
tutto con un litro e mezzo di
brodo di carne lasciando che
la cottura proceda per una
ora e mezzo circa.
Solo alla fine si aggiungono
due spicchi di aglio tritato e
due cucchiaini di cunimo sminuzzato. Da provare senz'altro. Promette sapori veri e assai decisi.