Cede
inoltre la metà della Villa Terra di Sparvo della Contea dei
soprannominati Conti e tutti i diritti poderali e i fedeli coloni
iscritti, residenti e dimoranti con ogni giurisdizione di vero e proprio
dominio in qualsiasi modo spettante al Conte Ubaldino nella indicata
Terra, Villa e Territorio, con tutte le case e Casamenti della terra o
villa di Sparvo che confina con il Comune di Creda, il territorio di
Castiglione del Gatto e il Comune di Trasserra e il fiume Setta, e il
Comune di Monte Fredente, con ogni diritto e consuetudine di patronato che
competeva ed era stato riconosciuto al Conte Ubaldino nella giurisdizione
della Chiesa di S.Michele nella terra di Sparvo, e cede i possedimenti
della Chiesa e nella Chiesa di S.Pietro nella Terra di Sparvo nonchè
nella Chiesa di Santa Maria di Monte Piano con tutti i diritti e azioni
reali e personali, misti, pretorii, anomali, ipotecari, taciti ed espressi
riguardo, per e sopra detti Castelli, fortilizi, ville, case, terre
coltivate e incolte, casamenti, vigne, prati e boschi, selve, macchie,
roveti, cespugli, corsi d'acqua, paludi, bacini d'acqua, acque da molino,
cave, fornaci, edifici, fortificazioni, vassalli, fedeli iscritti e
dimoranti, coloni, feudi, patti: pedaggi, servizi, tributi, diritti di
patronato e qualsiasi altra prestazione e onoranze e prerogative reali e
personali dovute e che toccheranno di diritto, e per approvata e osservata
consuetudine, compreso ogni diritto di vero e proprio dominio e potere di
spada (vita), come è dimostrato per mano di Pietro di Ser Filippo
fratello di Isnardo Notaio Bolognese i Nobili Napoleone, Ludovico,
Guidinello, Bartolomeo e Bernardino fratelli, figli ed eredi universali
del Conte Alberto, fratello germano del sunnominiato Conte Ubaldino
venditore, spontaneamente consapevolmente ratificarono, approvarono e
omologarono la vendita e alienazione fatta dal Signor Conte Ubaldino, loro
zio paterno, ai citati Giacomo e Giovanni dei Pepoli; Giovanni dei Pepoli
poi vendette la sua parte a Giacono, suo fratello, per il prezzo di Mille
Libbre Bolognesi, come risulta da Documento ufficiale (pubblico) di
Francesco Lambertini da Castelfranco, notaio Bolognese. |