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1369 - 1969  
SESTO CENTENARIO DEL FEUDO IMPERIALE



     Il tutto da ora come da sempre è da ritenersi abrogato, revocato come se propriamente ed espressamente nel presente documento fosse specificato e revocato.
     E questo non ostante qualsiasi legge nella quale fosse detto o si trovasse o sembrasse si possa arguire che è necessaria una speciale deroga per i decreti revocanti. Perciò quanto si riferisce al complesso delle decisioni di cui sopra, sono da ritenersi fin d'ora pubbliche e valide, per tutto il resto salvo il diritto Nostro e del Sacro Romano Impero.
     In nessun modo perciò qualcuno presuma sminuire il valore di questo documento che fa fede della nostra concessione, donazione che revoca ogni altra disposizione in contrario, o in modo temerario osa contravvenire.
     Se qualcuno poi oserà opporsi, sappia di essere incorso nella nostra indignazione e nella pena di mille marchi di purissimo oro, da versarsi metà alla cassa della nostra  Camera. la restante metà alla parte lesa.
     Salve sempre le disposizioni di cui sopra.
     Testimoni di questo documento sono:
- il Reverendissimo in Cristo Padre il Signor Guido, Vescovo di Porto, Cardinale di Santa Romana Chiesa, Luogotenente e Vicario Generale in Toscana della nostra Maestà (Cesarea), nostro carissimo consanguineo.
- il Venerabile Giovanni Olomeucensis,  Cancelliere della nostra Corte Imperiale.
- i Vescovi di Diocesi Lamzio Lucano,  Francesco Jervenem e Giovanni di Spoleto.
- i Principi Liberto Liquitem e Enrico Lituano,  Giovanni di Robeislans onorato Marchese di Moravia, Francesco Conte di Prato e il nobile de Vamgen, Maestro della nostra Corte Imperiale, Ronslao di Villarco Maniscalco della nostra Corte Imperiale, Andrea e Benessio fratelli di Duba, Maestri della nostra Corte Imperiale, Andrea di Venaten Berg Coppiere della nostra Corte Imperiale, Andrea di Brunwitch Lempord di Norimberga Maestro della nostra cucina Imperiale, Luchino dei Viceconti, Giovanni di Cassontien Sdench de Fabelg, Thero di Rien Enrico Sconch di Lucarcosen e Colamanno di Duninsen e moltissimi altri di noi e del Sacro Romano Impero Conti e fedelissimi testimoni del presente Diploma al quale fa fede il sigillo della nostra Imperiale Maestà.



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