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1369 - 1969  
SESTO CENTENARIO DEL FEUDO IMPERIALE


I secolari abeti di Boccadirio piantati sotto i Pepoli distrutti dalla guerra (1939-45).

" La famiglia Pepoli fra le famiglie patrizie italiane è una delle più cospicue, per antichità, per nobiltà, per la preponderanza avuta nel maneggio della cosa pubblica, e nei rivolgimenti delle funzioni cittadine nonchè per il dominio della città e dello stato di Bologna ch'essa tenne durante quasi tre lustri......

Essi ebbero pure la Signoria dei Castelli di S.Giovanni in Persiceto, Crevalcore, S.Agata nel Bolognese, ed altri feudi e Signorie nel Modenese, nel Reggiano, in quel di Parma, in Romagna, nel Ferrarese, nel Veneto, in territorio di Orvieto, nel Napoletano ed in Sicilia, dove, nel secolo XIV, si trapiantò e si propagò un ramo per opera di Giovanni Pepoli, figlio di Romeo e fratello di quel ben noto Taddeo che pose Bologna sotto la sua Signoria.

Ma fra tutti e sopra gli altri, la Contea di Castiglione, Sparvo e Baragazza, presso il monte Gatta sull'Appennino bolognese, fra le valli del Setta, del Brasimone, e della Limentra al confine toscano, ebbe di gran lunga assai maggiore importanza, non fosse altro per il secolare

dominio che ne tennero i Pepoli, durato dall'anno 1340 (in cui ne fecero acquisto da Ubaldino dei Conti Alberti di Mangona) sino al 1796, e per le prerogative, veramente sovrane, che vi esercitarono, a norma della investitura imperiale loro concessa da Carlo IV il 2 luglio 1369 e delle successive sue rinnovazioni; cosicchè il pittoresco alpestre paese, dal Cognome degli antichi suoi signori è chiamato anche al presente Castiglione dei Pepoli. "

L'investitura imperiale fu a mio avviso l'inizio della storia del paese, il perno di tutto il suo successivo sviluppo.

Oggi a sei secoli di distanza Castiglione non deve dimenticare il suo lungo cammino.

Il voler porgere all'attenzione del popolo un documento del 1369 potrebbe sembrare un anacronismo e una perdita di tempo. Invece, a ben riflettere, sono stati questi privilegi e prerogative che hanno dato fino alle soglie del risorgimento il senso di unità e, sebbene nella grande miseria, comune nei tempi passati a tutti i paesi di montagna, una provvida e sana amministrazione; hanno dato a Castiglione un esercito permanente che presidiava in armi alle torri di Baragazza, al forte di S.Giusto a della Famadiccia, alle Crocicchie.

Castiglione ha avuto moneta d'oro e d'argento coniata a colpi di mazza con punzoni e incudini nel cortile del suo Castello.

 



Le  Fabbriche. Bugni Villici

Lungo tutta la valle del Brasimone era rinomata l'apicultura. I grandi tronchi di castagno servivano anche a questo. Con la scomparsa delle api e degli uccelli dai nostri boschi e campagne sono sorte gravi malattie alla vegetazione, agli animali e anche all'uomo. 


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