Ben
disposti alle devote suppliche di voi Benedetto, Mastino, Zerra e Giacomo
e tenendo presente la gradita obbedienza a noi prestata fino ad ora da
Giacono e Giovanni vostri antecessori (antenati) e che abbiam fiducia voi
stessi ci prestereste con sincerità di cuore, i citati contratti di
vendita, alla maniera di altri, hanno avuto il loro legittimo valore in
quanto noi siamo stati Re dei Romani.
E che i sunnominati Castelli, Ville, Terre,
Territori e altri diritti ceduti da quell'Ubaldino a Giacomo e Giovanni
dei Pepoli, venduti poi da Giovanni a (1) fratello Giacomo (con) e la
ratifica fatta dal predetto Mapoleone, Ludovico, Guidinello, Bartolomeo e
Bernardino, sia da qualcuno o qualcuna di loro, non siano patrimonio sotto
la Giurisdizione della Sacrosanta Romana Chiesa, o che direttamente o
indirettamente siano di spettanza della Chiesa, sentito il parere dei
Maggiorenti e dei Baroni, noi lo attestiamo di certa scienza e
nell'esercizio dei poteri Imperiali lo ratifichiamo, approviamo,
convalidiamo e tuteliamo con il presente scritto.
Tutti i citati diritti ceduti, confermati,
approvati e concessi sia da noi come Imperatore dei Romani che dallo
stesso Ubaldino, e ceduti, approvati, confermati dai ricordati suoi nepoti
e da ultimo ceduti nuovamente da Giovanni a (1) fratello Giacomo dei
Pepoli che li riceveva, stipulava e acquistava per sé e i propri eredi,
noi concediamo, com l'autorità del presente atto trasferiamo e concediamo
in proprietà e possesso in forma di nobile ed onorato Feudo. |