FAQ SUL CROLLO DEL WTC-7



   La versione ufficiale del crollo del WTC-7.


    L'11 settembre 2001, circa sette ore dopo il crollo delle Torri Gemelle, un terzo grattacielo, il World Trade Center 7 (anche chiamato Edificio 7 o Salomon Brothers Building), crollò in circa 6 secondi e mezzo, dopo aver subìto incendi su vari piani innescati dalle macerie della Torre Nord (distante oltre 100 metri) che lo colpirono quando essa crollò.

    La versione ufficiale afferma testualmente: "incendi incontrollati, innescati dall'impatto delle macerie delle Torri Gemelle, e assenza d'acqua negli impianti antincendio (per via delle condotte tranciate dal crollo delle Torri), hanno prodotto la dilatazione ed il cedimento di alcuni solai. Questo ha tolto il supporto laterale a una colonna particolarmente sollecitata, la numero 79, che si è piegata. Da lì, il cedimento si è propagato inarrestabilmente al resto della struttura." (fonte: il rapporto del NIST NCSTAR-1A, che costituisce la spiegazione ufficiale definitiva del crollo del WTC-7).
    Nel rapporto viene anche precisato (alla pagina xxxii) che né i depositi di carburante diesel che erano presenti nell'edificio, né i superficiali danni fisici causati dalle macerie delle Torre Nord, hanno svolto un ruolo nel crollo (a parte innescare gli incendi). Il crollo sarebbe quindi dovuto esclusivamente agli incendi (che a ben vedere erano anche piuttosto modesti).

    Insomma, il collasso così stranamente simmetrico, rapido e totale del WTC-7 (che è crollato fino alle fondamenta in 6,5 secondi esattamente sulla propria pianta, senza quasi danneggiare gli edifici circostanti), si sarebbe verificato per via del cedimento di un'unica colonna, la numero 79, che avrebbe scatenato una (mai spiegata né dimostrata) reazione a catena che ha fatto crollare anche tutto il resto dell'edificio, nonostante fosse pressoché intatto.
    E il fatto che il crollo somigli tanto a una demolizione controllata sarebbe solo una coincidenza.
    Vediamo in dettaglio i problemi di questa versione, e le domande più frequenti sull'argomento.
 
 
    FAQ sul crollo del WTC-7.
  1. Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale del WTC-7?
  2. Ma il fuoco non aveva già fatto crollare altri grattacieli in acciaio, prima? Non è una cosa più che possibile?
  3. Che prove ci sono che ci fossero acciaio e cemento fuso nelle macerie del WTC-7, e in che modo ciò smentirebbe la versione ufficiale?
  4. Davvero il WTC-7 è precipitato a velocità di perfetta caduta libera per 2,25 secondi? E questo che conseguenze ha sulla versione ufficiale?
  5. Ho sentito dire che il crollo del WTC-7 era stato miracolosamente previsto da vari telegiornali americani prima che avvenisse. E' vero? Che può significare una cosa simile?
  6. L'acciaio della struttura del WTC-7 era stato testato per la resistenza al fuoco? Con che risultati?
  7. Ma ho sentito dire che in realtà il crollo ha impiegato molto più di 6,5 secondi. E' vero?
  8. Davvero hanno trovato della thermite/super-thermite/nano-thermite nelle fondamenta del WTC? Che può significare? Non era solo vernice?
  9. Quali leggi fisiche vìola la versione ufficiale del crollo del WTC-7, e perché?
  10. Qual era la reale portata degli incendi nel WTC-7?
  11. Qual era la reale portata dei danni causati dalle macerie della Torre Nord?
  12. Ma il NIST non ha esaminato l'ipotesi della demolizione controllata? E non ha concluso che sarebbe stata impossibile?

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   1) Perché dovremmo dubitare della versione ufficiale del WTC-7?


    Perché il crollo del WTC-7, come quello delle Torri Gemelle, mostra tutte le caratteristiche di una demolizione controllata e nessuna di quelle di un crollo spontaneo.

    Prima di continuare, osserviamo il crollo (visibile anche da varie altre angolazioni) e un'immagine che mostra come l'edificio sia caduto precisamente sulla propria pianta:
    Come abbiamo visto, il crollo presenta varie caratteristiche spiegabili solo con una demolizione controllata:
  1. Rapidità fisicamente troppo elevata per un crollo spontaneo.
  2. Simmetria identica a quella di una demolizione controllata e fisicamente impossibile in un crollo spontaneo.
  3. Totalità del crollo, con l'intero edificio raso al suolo e ridotto a un ordinato mucchietto di macerie (anche questo è fisicamente impossibile).
  4. Polverizzazione del cemento e formazione di una gigantesca nube piroclastica (altra cosa fisicamente impossibile a causa dell'insufficiente energia cinetica in gioco)
  5. Le pozze di acciaio e cemento fuso ritrovate dopo vari giorni nelle fondamenta (l'acciaio fonde a 1.538 °C e il cemento oltre i 1.800 °C, temperature impossibili da raggiungere negli incendi del WTC, che al massimo hanno raggiunto i 1.000 °C, e solo per pochi minuti, secondo lo stesso NIST).
  6. Le tracce di nano-thermite ritrovate nelle fondamenta dell'intero World Trade Center, una sostanza incendiaria molto potente e avanzata.
  7. La conoscenza anticipata del crollo dimostrata da varie parti, inspiegabile vista la modesta entità degli incendi nel WTC-7 e il fatto che altri edifici (come il WTC-5) avevano subìto incendi molto peggiori senza cedere e senza che nessuno ne temesse il crollo.
    Un elenco di tutte le leggi fisiche violate dalla versione ufficiale del crollo del WTC-7 è disponibile qui, insieme a una semplice spiegazione per ognuna di esse.

    C'è anche da tenere presente, tra i motivi per dubitare della versione ufficiale, che il rapporto definitivo del NIST sul WTC-7 è stato scoperto pieno di bugie esplicite. Questo articolo le tratta una per una, con tanto di prove e fonti.

    Ricordiamo anche che il fuoco non aveva mai causato il crollo totale di un moderno grattacielo in acciaio, prima di allora (vedi la domanda seguente per i dettagli), e già questa stranezza da sola sarebbe sufficiente per farsi molte domande.

    Ora, secondo la versione ufficiale questi piccoli incendi asimmetrici, sparsi e di differente intensità, hanno causato la perfetta implosione che avete visto perché UNA colonna, la n° 79 (cerchiata in rosso qui sotto), avrebbe ceduto a causa del calore, e il resto dell'edificio ha ceduto con lei per un qualche strano motivo mai chiarito, addirittura cadendo in perfetta caduta libera per 2,25 secondi.



    Se una simile spiegazione vi soddisfa, allora buon per voi. Ma sono in molti a ritenere che invece i punti sopraelencati siano motivi più che sufficienti per dubitare della versione ufficiale di questa faccenda.



   2) Ma il fuoco non aveva già fatto crollare altri grattacieli in acciaio, prima? Non è una cosa più che possibile?

    Assolutamente no, e per fortuna. I grattacieli sono costruiti con rigidi requisiti di resistenza al fuoco in modo da sopportare senza problemi eventi simili.
    Fin dall'inizio il fatto che il WTC-7 fosse crollato ha lasciato perplessi gli esperti (quelli non alle dipendenze del governo, almeno), e questo articolo del New York Times ne spiega il motivo:

    "Ingegneri e altri esperti sono ancora sconcertati da ciò che è accaduto al WTC-7. [...] Gli esperti affermano che nessun edificio simile, un moderno grattacielo rinforzato in acciaio, era mai crollato a causa di incendi incontrollati, e gli ingegneri stanno cercando di capire se ci sia motivo di preoccuparsi per tutti gli altri edifici simili sparsi per la nazione."

James Glanz, The New York Times, "Experts are baffled: steel components partially evaporated", 29 novembre 2001.
 
    In tutti questi anni di ricerche e discussioni, infatti, nessuno è mai riuscito a trovare un solo esempio di grattacielo in acciaio crollato completamente a causa del fuoco.
    I sostenitori della versione ufficiale giustificano questa mancanza dicendo che gli incendi di grattacieli sono eventi rari, ma in realtà ne sono avvenuti diversi negli ultimi anni, e in nessun caso si è verificato un crollo totale.

    Per cercare di spiegare questa stranezza, allora, i sostenitori della versione ufficiale hanno preso come esempio costruzioni come capannoni, teatri e fabbriche (costruiti in modo del tutto differente dal WTC-7) che sono crollati (parzialmente) a causa del fuoco, e hanno concluso trionfalmente che non ci sia stato nulla di strano nel crollo del WTC-7.
    Di seguito esaminiamo tali esempi e i motivi per cui il paragone con il WTC-7 non regge.

    1. Il McCormick Center (Chicago).
    Crollò a causa di un incendio il 16 gennaio del 1967.
    Dato che aveva una struttura esclusivamente d'acciaio, è il caso che più di ogni altro viene portato come dimostrazione del fatto che il crollo del WTC-7 è stato del tutto normale. In realtà si tratta di un paragone logicamente e tecnicamente scorretto per vari motivi.
    Innanzitutto, il McCormick Center non era altro che un enorme capannone a un piano solo, costruito usando tecniche e criteri di resistenza completamente diversi rispetto a quelli di un grattacielo moderno come il WTC-7.
    Secondariamente, il suo fu un crollo parziale, e non completo come quello del WTC-7, il che è del tutto coerente con dei danni da incendio, asimmetrici e diseguali. Per la precisione, l'unica cosa che crollò fu il tetto (altre informazioni qui):



Il McCormick Center dopo il crollo del tetto (cliccate per ingrandire)

    2. Il Sight and Sound Theater (Strasburg, Pennsylvania).
    Bruciò il 28 gennaio del 1997. Anche in questo caso, il paragone col WTC-7 è tecnicamente impossibile perché si tratta di un altro edificio a un piano solo, costruito in modo del tutto diverso da un moderno grattacielo, e di un altro crollo parziale. Anche qui l'unica cosa a crollare fu il tetto dell'auditorium, mentre tutto il resto del cinema rimase tranquillamente in piedi e come nuovo. Le immagini (tratte dal rapporto ufficiale dell'incidente) parlano chiaro:

   

A sinistra, un'immagine aerea del tetto dell'auditorium crollato (cliccate per ingrandire).
Al centro e a destra, fotografie della parte frontale del cinema DOPO l'incendio. Come si può vedere, il resto dell'edificio rimase del tutto illeso.

    3. Il Crystal Palace (Londra).
    Paragonando questa struttura in acciaio e vetro del 1851 al World Trade Center 7, i sostenitori della versione ufficiale hanno dimostrato di non capire la questione in esame (o di non essere interessati a farlo).
    Questa (per l'epoca incredibilmente avanzata) costruzione crollò a causa di un incendio il 30 novembre 1936. Il che non è affatto sorprendente, considerando che era costituito per la maggior parte di vetro (non si chiamava Crystal Palace per caso), e che il vetro si ammorbidisce già con temperature inferiori agli 800 °C e si scoglie a temperature più elevate.
    Inoltre, se andiamo a vedere delle fotografie del Crystal Palace prima e dopo l'incendio, ci accorgiamo che non solo anche in questo caso si è trattato di un crollo parziale, ma che l'unica parte a collassare del tutto è stata quella in vetro, mentre quella in acciaio è rimasta in parte integra:

   

A sinistra, il Crystal Palace prima dell'incendio. Al centro e a destra, la struttura d'acciaio dopo l'incendio, ancora parzialmente in piedi (cliccate per ingrandire).
Per sgomberare l'area e costruirci sopra dovette essere completamente distrutto con esplosivi nel 1941.

    Il fatto che parte della struttura in acciaio del Crystal Palace rimase in piedi non viene mai menzionato da coloro a favore della versione ufficiale.
    (Inoltre alcune fonti riportano che il Crystal Palace in realtà avesse una struttura di ghisa e vetro, non di acciaio. Dato che la ghisa fonde a 1.200 °C - ossia ben 378 °C prima dell'acciaio - il paragone con il WTC-7 risulta scorretto e inadeguato per una ragione in più.)

    Altri casi di strutture in acciaio crollate a causa del fuoco portati dai sostenitori della versione ufficiale sono:

  1. La fabbrica di giocattoli thailandese della Kader Industrial (che però, come si vede da una delle rarissime foto successive al fuoco, subì al massimo un crollo parziale).
  2. La piattaforma petrolifera Mumbai High North (la cui struttura portante d'acciaio rimase però integra, nonostante i danni devastanti riportati da tutto ciò che la ricopriva).
  3. Una cartiera presso Malvern, nel Regno Unito (innanzitutto si tratta dell'ennesima struttura a un piano solo costruita in modo completamente diverso da un grattacielo moderno, e solo per questo imparagonabile al WTC-7; poi i pompieri riferirono che il calore aveva fatto cedere alcune travi del tetto, ma non parlarono affatto di crollo totale, e infatti delle foto mostrano chiaramente come la cartiera sia rimasta perlopiù in piedi, nonostante un cedimento parziale, asimmetrico e localizzato - proprio il tipo che un incendio può causare; molte altre foto successive all'incendio sono visibili qui).
    La lista di esempi portati dai sostenitori della versione ufficiale finisce qui.
    Si può notare come ognuno di questi esempi sia del tutto fuori luogo e imparagonabile al caso del WTC-7 per due motivi:
  • Si è sempre trattato di cedimenti parziali e asimmetrici (proprio del tipo compatibile con incendi) completamente diversi dal crollo totale e simmetrico del WTC-7 (del tutto incompatibile con degli incendi).
  • Si sono sempre portate come esempio costruzioni profondamente diverse dal WTC-7, dal punto di vista strutturale.

    Questo secondo punto è fondamentale e non deve essere sottovalutato. Un moderno grattacielo viene costruito rispettando requisiti di resistenza ben precisi e del tutto diversi da strutture come cartiere o cinema (ossia molto più elevati): 

    «Il fattore di sicurezza minimo obbligatorio per una struttura in acciaio e cemento armato è del 600%. Una struttura simile deve essere progettata per reggere un carico pari a sei volte il suo carico massimo. I calcoli vengono fatti sei volte in eccesso per avere la certezza che la struttura non ceda nemmeno in situazioni critiche.»

(Fonte: "Engineering and Technical Handbook" di McNeese e Hoag, Prentice Hall, 1959, p. 47).

    Questo significa che il fuoco avrebbe dovuto indebolire e far cedere l'83,4 della struttura del WTC-7 per farlo collassare, e considerando che stiamo parlando di incendi di queste dimensioni e di danni di questa gravità, sembra davvero impossibile. 
    Ma il punto è che se anche fosse avvenuto, in ogni caso non dimostrerebbe affatto che la versione ufficiale è plausibile o anche solo fisicamente possibile. 

    I difensori della versione ufficiale, infatti, si sforzano in ogni modo di dimostrare che all'interno delle Torri Gemelle e del WTC-7 si era sviluppata una temperatura sufficientemente elevata da ammorbidire e far cedere l'acciaio, ma non sembrano rendersi conto che, se anche così fosse, in ogni caso questo non spiegherebbe affatto i crolli totali e impossibilmente simmetrici, rapidi e precisi delle Torri Gemelle e del WTC-7 (vedi qui  e qui per i dettagli), che continuerebbero a risultare inspiegabili a meno di non ammettere che sia avvenuta una demolizione controllata.

    Degli incendi sparsi casualmente in un edificio, infatti, per quanto siano caldi non possono produrre per caso un crollo IDENTICO a una demolizione controllata.
    Riguardate il crollo del WTC-7. Credete che un'implosione così perfetta, rapida, precisa e simmetrica, possa essere il risultato di un cedimento strutturale casuale causato da incendi?

    La versione ufficiale rimarrebbe indifendibile e impossibile perfino se si scoprisse che all'interno delle Torri e del WTC-7 si erano raggiunte temperature di 2.000 °C. Chi difende la versione ufficiale tende a non capirlo perché si è ormai del tutto sconnesso dalla questione in esame. Non gli interessa più capire cosa può e non può essere successo l'11 settembre 2001: ormai lo scopo per lui è diventato solo quello di "smentire i complottisti", a qualunque costo e con qualunque mezzo.

    Così facendo si dimentica che qui la domanda a cui rispondere non è: "Può il fuoco portare al cedimento dell'acciaio?", perchè è ovvio che possa, se raggiunge temperature sufficientemente elevate e si trova nelle condizioni giuste.
    Qui la VERA domanda a cui rispondere è: "possono i modesti incendi sparsi e asimmetrici del WTC-7 aver provocato per puro caso un crollo IDENTICO a una demolizione controllata?". (dettagli) (dettagli)

    E' questa la domanda a cui rispondere, perché è questa che determina se la versione ufficiale dei fatti è fisicamente possibile o meno.
    E il punto in discussione è ancora questo, lo è sempre stato.

    I sostenitori della versione ufficiale, invece, nella loro foga di smentire i "complottisti" non si fanno scrupolo ad infognarsi in discussioni che a ben vedere con la versione ufficiale non c'entrano nulla e a storpiare il problema in: "Nessun edificio in acciaio è mai crollato a causa del fuoco", dimenticandosi regolarmente di aggiungere i termini (fondamentali): "MODERNO GRATTACIELO" e "crollato COMPLETAMENTE", che cambiano del tutto il senso della frase.

    Il WTC-7 rimane infatti a tutt'oggi l'unico moderno grattacielo in acciaio ad essere mai crollato completamente a causa del fuoco. E questo è un fatto innegabile, per quanto a molti possa dare fastidio.



   3) Che prove ci sono che ci fossero acciaio e cemento fuso nelle macerie del WTC-7, e in che modo ciò smentirebbe la versione ufficiale?

    Le prove della presenza di acciaio e cemento fuso nelle macerie del World Trade Center (e più precisamente nei punti in cui si trovavano le Torri e il WTC-7) sono moltissime e schiaccianti.
    Cominciamo con un filmato che riunisce varie testimonianze oculari da parte dei vigili del fuoco e dei soccorritori (se non si vede provate qui):



    Vediamo ora delle fotografie scattate tra le macerie del WTC che dimostrano la presenza di acciaio fuso.

       

    Si può notare che la superficie visibile del metallo è ancora rosso-arancio o addirittura giallo-arancio molti giorni dopo l’11 settembre (vedasi la data nell'ultima foto: 27/09/01). Come si può verificare facilmente, una simile colorazione indica temperature dai 700 ai 1.200 gradi Celsius.

    Esaminiamo ora altre testimonianze oculari, stavolta provenienti anche da esperti del settore.

  • Il dr. Keith Eaton ha ispezionato Ground Zero e ha dedotto su The Structural Engineer: “Ci hanno fatto vedere molte diapositive interessanti” ha continuato [Eaton], “spaziando dal metallo fuso che era ancora rovente settimane dopo l’evento alle lastre d’acciaio da 4 pollici tranciate e piegate nel disastro” (Structural Engineer, September 3, 2002, p. 6).
  • L’osservazione sul metallo fuso a Ground Zero fu pubblicamente sottolineata da Leslie Robertson, l’ingegnere strutturale responsabile della progettazione delle Torri del World Trade Center, che disse che “Qualcosa come 21 giorni dopo l’attacco, gli incendi ardevano ancora e scorreva ancora acciaio fuso (Williams, 2001, p. 3). Poi Robertson si è rimangiato questa dichiarazione (insieme ad altre sulla resistenza delle Torri) per poter supportare la versione ufficiale, ma quello che ha detto rimane nero su bianco e inequivocabile.
  • Il paramedico Lee Turner ha riferito di aver visto "lucente metallo fuso colare da una trave" (quindi si trattava di acciaio, visto che le travi degli edifici sono fatte solo di quello). (fonte)
  • Sarah Atlas faceva parte della New Jersey’s Task Force One Urban Search and Rescue ed è stata tra i primi sul campo a Ground Zero col suo collaboratore canino Anna. Ha detto a Penn Arts and Sciences nell’estate 2002: “Nessuno è sopravvissuto. Gli incendi continuavano e acciaio fuso colava nel cumulo di macerie che ancora si trovava sotto i suoi piedi” (Penn, 2002).
  • Ron Burger, un consigliere per la salute pubblica arrivato a Ground Zero il 12 settembre, ha detto che "la scena per via del calore e dell'acciaio fuso mi ricordava un vulcano". (fonte)
  • Allison Geyh faceva parte di un gruppo di ricercatori della salute pubblica della Johns Hopkins che visitò il luogo del WTC dopo l’11 settembre. Nel numero di fine autunno 2001 della rivista della Johns Hopkins Public Health scrisse: “In alcune cavità che si stanno scoprendo ora si sta trovando acciaio fuso”.
  • Ken Holden, che si è occupato delle demolizioni dei restanti edifici del World Trade Center e della rimozione dei detriti, ha detto alla Commissione sull'11/9: "Sottoterra era ancora così caldo che metallo fuso colava sui lati delle pareti del WTC-6". (fonte)
  • William Langewiesche, l'unico giornalista ad avere accesso illimitato a Ground Zero durante le operazioni di sgombero, ha detto: "I primi giorni, i ruscelli di metallo fuso che colavano dai punti più caldi scorrevano tra le pareti in frantumi delle fondamenta." (fonte)
  • Un membro del 109esimo Battaglione Aereo della Guardia Nazionale di New York, arrivato a Ground Zero il 22 settembre, ha riferito: "Un pompiere ci ha detto che c'era ancora acciaio fuso al centro delle macerie delle Torri. I pompieri hanno spruzzato acqua per raffreddare i detriti, ma il calore è rimasto tanto intenso da fondere i loro stivali." (fonte)
  • In un articolo del New York Post del 3 marzo 2004, viene ricordato che i pompieri a Ground Zero hanno parlato di "calore così intenso che videro fiumi di acciaio fuso".
  • Ancora cinque mesi dopo i crolli, il vigile del fuoco Joe O'Toole vide una trave che "grondava acciaio fuso" venire estratta dalle profondità di Ground Zero. (fonte)
  • I testimoni dell'acciaio fuso includono anche il professor Abolhassan Astaneh-Asl dell'Università di Berkeley, che fu il primo scienziato ad esaminare l'acciaio a Ground Zero. Il professor Astaneh-Asl si riferì all'acciaio del WTC che esaminò come "fuso, in un certo senso" ("kind of melted"). (fonte)
    Anni dopo, interrogato nuovamente sulla sua esperienza, ha precisato: "Ho visto delle travi fuse al World Trade Center" ("I saw melting of girders in World Trade Center"). (fonte)
    (Molte altre testimonianze che parlano di acciaio fuso nelle fondamenta del WTC sono consultabili in questa pagina)

    Anche la presenza di alcuni strani reperti ritrovati nelle macerie del WTC dimostra che nelle Torri Gemelle e nel WTC-7 deve aver agito una sostanza incendiaria o esplosiva molto più potente del semplice kerosene, in grado di fondere sia acciaio che cemento, e quindi di raggiungere almeno i 1.800 °C (maggiori dettagli e altri misteriosi reperti sono visibili qui):

   

    Alcune foto termiche della zona dopo 5 giorni dal crollo (fonte). L'ultima immagine serve a capire dove si trovavano le Torri e il WTC-7:
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    Come si può vedere, solo le fondamenta delle Torri Gemelle e del WTC-7 erano ancora incandescenti.
    Qui sotto, una tabella (tratta dalla stessa fonte delle fotografie) che mostra le reali temperature delle zone rosse e arancioni (contrassegnate nella foto a sinistra con le lettere dalla A alla H):

ZONA ROSSA O ARANCIONE TEMPERATURA
A (WTC-7) 1000° Kelvin 726° Celsius
B (WTC-7) 830° Kelvin 556° Celsius
C (WTC-1) 900° Kelvin 626° Celsius
D (WTC-1) 790° Kelvin 516° Celsius
E (WTC-1) 710° Kelvin 436° Celsius
F (WTC-2) 700° Kelvin 426° Celsius
G (WTC-2) 1020° Kelvin 746° Celsius
H (WTC-2) 820° Kelvin 546° Celsius

    Come si vede, dopo cinque giorni dal crollo c'erano ancora zone roventi a oltre 740° Celsius. Ovvero, vicino alla temperatura massima che avrebbe raggiunto il kerosene incendiato nelle Torri (1.000 °C, secondo lo stesso NIST), e che ufficialmente avrebbe mantenuto solo per pochi secondi e in pochi punti localizzati.
    Come ha potuto un incendio di kerosene e mobili da ufficio mantenere un calore simile per 5 giorni di fila?
    E perchè questo non è accaduto anche in tutti gli altri edifici lì intorno che hanno subìto incendi simili (il WTC-5, per esempio, subì incendi incontrollati che durarono diverse ore, eppure le foto termiche non mostrano alcun calore nella sua zona)? Perché solo nelle Torri e nel WTC-7, guarda caso gli unici tre edifici ad essere crollati completamente al suolo l'11 settembre con modalità identiche a una demolizione controllata (gli altri edifici del WTC infatti hanno resistito, anche con danni molto peggiori, e sono dovuti essere abbattuti in seguito con esplosivi)?
    Quale strano fenomeno fisico è accaduto in questi edifici per produrre un calore tanto anomalo?

    Il ritrovamento di acciaio e cemento fuso nelle macerie del WTC smentisce la versione ufficiale dei crolli e la rende scientificamente impossibile per un motivo molto semplice: un incendio di kerosene e materiale da ufficio raggiunge al massimo i 1.100 °C, e questo solo grazie al flashover, un fenomeno che riscalda l'aria soprastante l'incendio ma che dura solo pochi minuti e non intacca in alcun modo la struttura portante dell'edificio.
    Senza contare che, secondo lo stesso NIST, la temperatura massima raggiunta nel WTC-7 è stata di circa 600 °C, e solo in alcuni punti ben precisi; per il resto, si sono raggiunte solo temperature di 300 °C
(e le simulazioni computerizzate che hanno permesso di arrivare a temperature così alte sono anche state trovate truccate):

    "Normali incendi di edifici e idrocarburi (come per esempio il carburante aereo) possono generare temperature fino a 1.100 °C. Il NIST ha riportato una temperatura massima dello strato superiore dell'aria pari a circa 1.000 gradi Celsius nelle Torri del WTC (per esempi, vedere il rapporto NCSTAR 1, figura 6-36)."

    "A causa dell'efficacia del SFRM (Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio Applicato a Spruzzo), la temperatura più alta delle colonne nel WTC-7 è stata soltanto di 300 °C, e solo sul lato est dell'edificio le traverse hanno raggiunto o superato i 600 °C."
(FAQ del NIST e Rapporto NCSTAR-1A, p. 19.)

    Eppure, la fotografia termica nella tabella qui sopra mostra, nella zona A dove si trovava il WTC-7, ancora una temperatura di ben 726 °C dopo cinque giorni dal crollo!

    Il fatto che si sia ritrovato dell'acciaio (che fonde a 1.538 °C) e addirittura del cemento (che fonde oltre i 1.800 °C) fuso nelle macerie delle Torri e del WTC-7, è la prova inequivocabile che in questi tre edifici deve aver agito qualcosa di ben più pericoloso del kerosene, altrimenti non si sarebbe mai potuto raggiungere un calore sufficiente a fondere questi materiali.
    Ma secondo la versione ufficiale non c'era nulla di simile nel WTC. I crolli sarebbero avvenuti grazie al calore degli incendi e alla sola forza di gravità, senza venire aiutati o provocati da nessun esplosivo o sostanza incendiaria. Questa è la posizione che i media e il governo continuano a mantenere, perfino ora che sono state ritrovate tracce di nano-thermite ancora attiva nelle macerie del WTC (la nano-thermite è una sostanza incendiaria di produzione militare molto avanzata - richiede nano-tecnologia per essere prodotta - che può raggiungere i 2.500 °C).

    Una sostanza capace di fondere acciaio e cemento non si trova comunemente in un edificio, e non può generarsi spontaneamente. L'unica spiegazione per la sua presenza nelle Torri e nel WTC-7 è che qualcuno ce l'abbia portata intenzionalmente. E il solo motivo per cui qualcuno avrebbe dovuto portare una potente sostanza incendiaria o esplosiva in questi edifici, sarebbe stato per danneggiarli o distruggerli (che altri utilizzi potrebbe avere una sostanza simile?).
    Ora, a meno che non si voglia credere che i crolli siano stati simili in tutto e per tutto a demolizioni controllate (come abbiamo visto) solo per un'assurda coincidenza (tre in un giorno solo, contando anche il WTC-7), l'unica spiegazione logica è che questa potente sostanza incendiaria o esplosiva sia stata utilizzata proprio per demolire questi edifici.

    Il punto è che dei terroristi islamici non avrebbero avuto né i mezzi né i motivi per demolire in modo controllato le Torri Gemelle e il WTC-7.
    Infatti, anche ammettendo che fossero riusciti in qualche modo ad introdurre in questi edifici grandi quantità di esplosivi per essere sicuri di danneggiarli anche in caso il dirottamento degli aerei fosse fallito, farli crollare lateralmente, addosso ai palazzi circostanti, avrebbe causato molti più danni e sarebbe stato infinitamente più semplice.
    Per attuare una demolizione controllata occorrono settimane di preparativi anche alle compagnie di demolizioni più esperte. Come avrebbero potuto farlo dei terroristi, e perché avrebbero dovuto prendersi la briga di fare tutti i calcoli e le preparazioni indispensabili per ottenere crolli così precisi, rapidi e simmetrici, che inoltre hanno ridotto i danni al minimo (certo, sono stati comunque danni enormi e spaventosi da osservare, ma avrebbero potuto essere molto peggiori se i crolli non fossero stati così precisi)?
    Non avrebbe avuto davvero alcun senso per dei terroristi attuare delle demolizioni controllate, e si fatica a capire come avrebbero potuto fare, anche volendo, vista la difficoltà dell'impresa.

    Una volta appurato che l'11 settembre 2001 al WTC si sono verificate delle demolizioni controllate, e che probabilmente per realizzarle è stata usata una sostanza così avanzata come la nano-thermite, l'unico possibile colpevole (che aveva tutte le risorse, l'occasione e i moventi per farlo, e che infatti ci ha guadagnato molto) è il complesso militare-industriale statunitense, dominato dagli stessi individui (Dick Cheney, l'intera famiglia Bush, Donald Rumsfeld, Paul Wolfowitz, ecc.) che all'epoca erano anche (guarda caso) a capo del governo, e quindi dell'esercito, visto che negli Stati Uniti il Presidente è il comandante supremo di entrambi.

    Insomma, riassumendo: una volta appurato che c'erano dell'acciaio e del cemento fuso nelle fondamenta del WTC, la demolizione controllata delle Torri e del WTC-7 viene dimostrata, in quanto unica spiegazione possibile per la presenza nel WTC di sostanze abbastanza potenti da fondere questi materiali, nonché per dei crolli così identici a delle demolizioni.
    E una volta accertato che ci sono state delle demolizioni controllate, rimane un unico possibile colpevole che avrebbe avuto sia i mezzi, che i moventi, che l'occasione per fare una cosa simile: i vertici del complesso militare-industriale-governativo statunitense (ossia una manciata di individui che negli Stati Uniti sono a capo praticamente di tutto).

    Quindi acciaio e cemento fuso = demolizione = auto-attentato.

    Forse è questo il motivo per cui i rapporti ufficiali (redatti da enti governativi come il NIST e la FEMA) continuano a negare che siano stati ritrovati acciaio o cemento fuso nelle macerie del WTC, nonostante tutte le prove schiaccianti del contrario?
    (Per la precisione, la FEMA ha ammesso l'esistenza di acciaio fuso e l'ha perfino studiato, per poi pubblicare i risultati nell'Appendice C del suo rapporto, ma, inspiegabilmente, non lo ha affatto considerato una prova o anche solo un indizio a favore della demolizione controllata, e ha in seguito evitato di occuparsene oltre. Questo nonostante avesse scritto che erano necessarie nuove indagini per capire quali strani fenomeni erano avvenuti nelle Torri e perché.)



   4) Davvero il WTC-7 è precipitato a velocità di perfetta caduta libera per 2,25 secondi? E questo che conseguenze ha sulla versione ufficiale?


    (La spiegazione seguente è tratta in parte da questo articolo di Luogocomune.net)

    Il rapporto NIST NCSTAR-1A rappresenta la versione ufficiale, unica e definitiva del crollo WTC-7. E' stato pubblicato inizialmente in versione bozza (draft) nell'agosto 2008, e in versione definitiva dopo un mese di tempo nel quale il NIST ha vagliato i commenti liberi sottoposti dai lettori.
    Tra le varie modifiche che si trovano tra la versione di bozza e quella definitiva ce n'è proprio una che riguarda la caduta libera, dopo la segnalazione di David Chandler di AE911Truth.org che segnalava sia l'eccessiva semplicità che l'erroneità del metodo usato dal NIST per stabilire la durata del crollo. Infatti il NIST utilizzava i soli due fotogrammi iniziale e finale di un particolare video del crollo, concludendo che il tempo di crollo totale superava del 40% il tempo di caduta libera. L'analisi più dettagliata, fatta da Chandler fotogramma per fotogramma con un apposito software di fisica, ha invece dimostrato che il WTC7 subisce una piena accelerazione da caduta libera. Il NIST ha corretto quindi sia l'analisi che le conclusioni (dimenticandosi solo di elencare questa variazione nel foglio delle modifiche apportate tra draft e final version), come leggiamo a pagina 48:



    Traduzione:

    "Il tempo di discesa osservato per i 18 piani superiori della facciata nord del WTC7 (i piani chiaramente visibili nelle prove video) è stato del 40% superiore del tempo di caduta libera calcolato. Un'analisi più dettagliata della discesa della facciata nord ha trovato tre fasi: (1) una lenta discesa con accelerazione inferiore a quella della gravità che corrispondeva alla piegatura delle colonne esterne nei piani inferiori, (2) una caduta libera di approssimativamente otto piani ad accelerazione di gravità per approssimativamente 2,25 secondi, e (3) una accelerazione decrescente mano a mano che la facciata nord ha incontrato la resistenza della struttura sottostante."

Rapporto NCSTAR-1A, p. 48.

    Quindi il NIST ha ammesso che il crollo del palazzo presenta una fase di piena caduta libera, cioè la struttura sottostante non ha offerto alcuna resistenza (o è stata rimossa dal percorso).
    Ora, se l'energia potenziale del crollo viene convertita interamente in energia cinetica per raggiungere la velocità di caduta libera, non ne rimane altra per compiere altri lavori, come spezzare i legami di questi 8 piani, simultaneamente e simmetricamente, e polverizzare il cemento. L'energia per fare ciò deve provenire necessariamente da una fonte esterna (stando alla fisica).

    Da dove è venuta l'energia per spostare/distruggere i piani segnati in rosso nell'immagine sottostante, se non da esplosivi? (NOTA: Gli 8 piani sono stati scelti arbitrariamente, nell'illustrazione, in quanto il NIST non ha indicato con precisione di quali si trattasse).


    A questo punto possono sorgere alcuni dubbi, che ci teniamo a chiarire:
  1. Sotto il WTC-7 si trovava una stazione elettrica Con-Edison; il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo.
  2. Il WTC-7 era stato colpito dai detriti del WTC-1; Il NIST ha scartato l'ipotesi che questo abbia giocato un qualsiasi ruolo nel crollo (i detriti hanno unicamente dato innesco agli incendi, ma non hanno influito nel crollo vero e proprio - maggiori dettagli).
    Entrambi i punti sono descritti sempre nel rapporto NCSTAR-1A, a pagina 48, nei seguenti tre punti elenco:


    Traduzione:

    "Nè gli elementi di trasferimento (traverse, travi, travi a sbalzo) nè i piani rinforzati (piano 5 e 7) hanno giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC-7. Nemmeno la sottostazione Con-Edison ha giocato un ruolo significativo nel crollo del WTC-7.

    Non ci sono prove che suggeriscano che vi fosse danno al Materiale Antincendio Spruzzato che è stato applicato alle colonne di acciaio, alle traverse e alle travi, tranne che nella vicinanza del danno strutturale dovuto al crollo del WTC-1, che era vicino al lato ovest della facciata sud del palazzo.

    Anche senza il danno strutturale iniziale causato dall'impatto dei detriti del crollo del WTC-1, il WTC-7 sarebbe crollato a causa di incendi che avessero avuto le stesse caratteristiche di quelli avvenuti l'11 settembre 2001."

Rapporto NCSTAR-1A, p. 48.

    Per completezza, ricordiamo che il rapporto NCSTAR-1A ha anche escluso l'ipotesi che il crollo sia stato causato da un unico enorme ordigno esplosivo.
   
Invece le ipotesi di più ordigni esplosivi o di composti incendiari cutting charges (cariche di taglio) non sono state considerate, nonostante siano le uniche ipotesi plausibili, in caso di demolizione controllata.

    Per capire fino in fondo l'importanza della caduta libera del WTC-7, lasciamo la parola a David Chandler, che nel suo video "NIST Finally Admits Freefall" (il NIST finalmente ammette la caduta libera), dice:

    "Nel caso di un edificio che precipiti, l'unico modo in cui può procedere a velocità di caduta libera è se una forza esterna rimuove la struttura di sostegno. Nessuna parte dell'energia potenziale dell'edificio in caduta può essere usata per fare ciò, altrimenti la caduta rallenterebbe.
    La caduta libera è da sola una prova decisiva della demolizione controllata, ma ci sono altre prove ancora più forti."
    [...]
    "La cosa che colpisce di più è l'istantaneità dell'inizio della caduta libera. Non c'è un'accelerazione graduale. Il grafico [che misura la discesa dell'edificio] mostra un angolo netto. L'edificio è passato dall'avere un sostegno totale al non averne più nessuno in un attimo."
    [...]
    "L'inizio della caduta libera non è stato semplicemente improvviso, ma si è esteso a tutta la larghezza dell'edificio. Il fatto che il tetto sia rimasto perfettamente orizzontale senza inclinarsi, dimostra che il palazzo era in caduta libera uniforme per tutta la sua larghezza."
    [...]
    "Il collasso che abbiamo visto non può essere dovuto al cedimento di una colonna, o al cedimento simultaneo di alcune colonne, oppure al cedimento in sequenza di varie colonne, una dopo l'altra. Tutte le 24 colonne interne e le 58 colonne esterne hanno dovuto venire rimosse su tutti gli 8 piani nel giro di una frazione di secondo, per far sì che la metà superiore dell'edificio rimanesse intatta e priva di fratture."

    E solo degli esplosivi o delle cariche di sostanze incendiarie possono rimuovere i supporti di 8 piani e permettere alla struttura soprastante di cadere in caduta libera.
    La perfetta caduta libera di 2,25 secondi dell'edificio 7 è da sola una prova inconfutabile dell'avvenuta demolizione controllata.

    Un'analisi più dettagliata di David Chandler della caduta libera del WTC-7 è disponibile qui.



   5) Ho sentito dire che il crollo del WTC-7 era stato miracolosamente previsto da vari telegiornali americani prima che avvenisse. E' vero? Che può significare una cosa simile?

    E' vero, e il video sottostante lo dimostra chiaramente:


    Dei testimoni hanno perfino raccontato di aver udito un conto alla rovescia subito prima del crollo (!).

    La cosa inspiegabile di tutto questo, è che parecchi altri edifici della zona, come i WTC-3, 4, 5 e 6, avevano subito danni e/o incendi spaventosamente maggiori, eppure nessuno ha mai temuto che potessero crollare neanche per un attimo.
    Invece il crollo del WTC-7, che aveva riportato solo danni superficiali e incendi modesti, è stato paventato e previsto da tantissime persone: ben 60 pompieri (fonte), 25 addetti alle emergenze e al soccorso medico (fonte), e, come abbiamo visto nel video qui sopra, sia la CNN che la BBC.

    E questo nonostante perfino il NIST abbia ammesso che il cedimento della traversa del pavimento che poi ha portato al cedimento della colonna 79 e del resto dell'edificio, con incendi simili sarebbe stato un evento improbabile:

    "Il cedimento della traversa di un pavimento in un incendio è un evento raro, e infatti ci sono stati molti incendi di edifici che non hanno causato nemmeno cedimenti localizzati dei pavimenti. La sfida era determinare se un cedimento dei pavimenti causato dal fuoco avrebbe potuto verificarsi al WTC-7 in un ordinario incendio alimentato dai materiali presenti nell'edificio."
(NCSTAR 1-9, p. 330.)

    Ma se era una cosa tanto rara e improbabile, allora perché (e da chi) così tante persone erano state informate di sgomberare l'area perché il WTC-7 stava per crollare?



   6) L'acciaio della struttura del WTC-7 era stato testato per la resistenza al fuoco? Con che risultati?

    Con il rapporto sulle Torri Gemelle, il NIST ha finto che fosse un mistero chi aveva testato la resistenza al fuoco dei componenti di acciaio. Ma per il WTC-7, il NIST dice direttamente che gli Underwriters Laboratories sono l'impresa che aveva fornito le informazioni sulla resistenza al fuoco dell'edificio, e precisa anche i criteri di resistenza usati:

    "Secondo la Direzione per la Resistenza al Fuoco (1983) degli Underwriters Laboratories (UL), queste valutazioni richiedevano che fosse applicato uno strato spesso sette ottavi di pollice (2,2 cm) di Monokote MK-5 sulle colonne maggiori, uno strato spesso sette ottavi di pollice (2,2 cm) sulle colonne più leggere, uno spesso mezzo pollice (1,27 cm) sulle traverse e uno spesso tre ottavi di pollice (0,9 cm) sul fondo del ponte di acciaio."
(NCSTAR-1A, p. 7.)

    "Le istruzioni per coloro che si erano aggiudicati la costruzione del WTC-7 furono di assicurare una resistenza al fuoco di 3 ore per le colonne e di 2 ore per i ponti di acciaio a sostegno dei pavimenti, il che corrispondeva ai criteri di resistenza al fuoco più severi per costruzioni di tipo 1B (senza sprinklers). [...] "Ispettori privati hanno riscontrato che lo spessore del SFRM (Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio Applicato a Spruzzo) combaciava con questi valori."
(NCSTAR-1A, p. 7; vedi anche la tabella 8-1 a pagina 340 nel rapporto NCSTAR 1-9.)

    Questa è una buona ragione per cui gli UL non sono elencati come parte dell'investigazione sul WTC-7: far partecipare l'azienda responsabile di verificare la resistenza al fuoco della struttura nell'investigazione politicamente motivata su come l'edificio è crollato a causa del fuoco, potrebbe originare un conflitto di interessi.

     Il problema che il NIST e gli UL hanno ora, è che confermare il coinvolgimento degli UL nella progettazione del WTC-7 mentre la versione ufficiale ruota intorno a un cedimento causato dal fuoco, potrebbe portare a grossi problemi per gli UL. E' chiaro che gli UL ora devono rendere conto di come hanno potuto i componenti strutturali del WTC-7 cedere così catastroficamente a causa di semplici incendi da ufficio, quando la Direzione per la Resistenza al Fuoco degli UL aveva riferito che quei componenti avrebbero resistito al fuoco per molto più tempo.

    Se dei componenti di acciaio che erano stati certificati in grado di resistere a 2-3 ore di incendi hanno ceduto a causa di normali incendi da ufficio che sono durati al massimo 32 minuti in ogni punto, significa che ci deve essere stata negligenza, o una prestazione estremamente scarsa, da parte di coloro che avevano assicurato la resistenza al fuoco dei componenti della struttura.
    Perché nessuna indagine è stata fatta in questo senso? Perché nessuno è stato ritenuto responsabile?



   7) Ma ho sentito dire che in realtà il crollo ha impiegato molto più di 6,5 secondi. E' vero?

    No, è una falsa argomentazione smentita da tempo. Dopotutto, basta guardarlo per rendersi conto che il tempo impiegato è proprio di 6,5 secondi circa (compatibile solo con una demolizione controllata).
    Accertatevene voi stessi guardando il crollo da varie angolazioni diverse e cronometrandolo:


    Più evidente di così.

    Questa voce del crollo abbastanza lento da essere spontaneo è nata perché il NIST, nella bozza del suo rapporto NCSTAR-1A, aveva provato a sostenere che il crollo avesse impiegato vari secondi in più (più di 3). E il modo in cui aveva cercato di dimostrare ciò, era stato anticipare l'inizio del crollo di vari secondi rispetto al momento in cui l'edificio ha effettivamente cominciato a precipitare, con la scusa che aveva fatto partire il cronometro nel momento in cui gli attici sono sprofondati nell'edificio, prima che esso cominciasse a precipitare.
    Ma il tempo che impiega un crollo si deve calcolare a partire dal momento in cui la linea del tetto comincia a cadere, quindi questo metodo di calcolo gli è stato contestato da varie parti.

    Quando la sua scorrettezza gli è stata fatta presente, il NIST l'ha eliminata dalla versione definitiva del rapporto (riconoscendo così implicitamente di aver commesso un errore). (dettagli)



   8) Davvero hanno trovato della thermite/super-thermite/nano-thermite nelle fondamenta del WTC? Che può significare? Non era solo vernice?

    Sì, tracce di nano-thermite sono state davvero trovate nelle macerie del World Trade Center, e le prove a riguardo sono le migliori che possano esistere: oggettive, verificate da più parti indipendentemente e di carattere tecnico-scientifico.

    Su queste tracce (a destra, i caratteristici frammenti thermitici rosso-grigi a doppio strato) è stato effettuato uno studio (che potete trovare tradotto in italiano qui) della durata di 18 mesi e sottoposto a peer-review che è arrivato a conclusioni scientificamente certe:
  1. La sostanza ritrovata al WTC è effettivamente thermite; per la precisione, si tratta di un tipo particolare di super-thermite (ossia thermite potenziata da altre sostanze come zolfo o carbonio) chiamato nano-thermite a causa delle dimensioni ridottissime (nell'ordine dei micron) dei suoi componenti; la nano-thermite è più potente della thermite normale, si innesca più facilmente e agisce più rapidamente.
  2. Tale sostanza era ancora attiva, al momento del ritrovamento, e in laboratorio, una volta innescata, si è dimostrata in grado di raggiungere temperature capaci di fondere acciaio e cemento.
  3. La nano-thermite, per via delle sue caratteristiche, non può venire prodotta da privati o da organizzazioni che non abbiano l'approvazione del governo statunitense. Il nano-alluminio necessario per crearla è infatti una sostanza controllata di cui si possono comprare solo quantità limitatissime (cosa che restringe parecchio la rosa dei possibili colpevoli).
  4. La nano-tecnologia necessaria per creare la nano-thermite è molto avanzata, tanto che il dottor Niels Harrit, che ha guidato lo studio, afferma che non esistano esperti di nano-thermite senza connessioni ai militari.
  5. La nano-thermite non può essersi formata spontaneamente durante gli incendi e/o i crolli per motivi ben precisi (vedi video sottostante con la testimonianza di Mark Basile).
    Maggiori dettagli a riguardo si possono leggere qui. E' possibile leggere un'intervista a Niels Harrit qui.

    Lo studio di Harrit è anche stato confermato da un altro studio indipendente condotto dall'ingegnere chimico Mark Basile, che era scettico e voleva verificare personalmente le conclusioni a cui era arrivato Harrit.
    Di seguito, è possibile ascoltare direttamente da Harrit e da Basile le conclusioni dei loro studi:
        La presenza di questa nano-thermite nelle macerie è estremamente significativa non solo perché dimostra con certezza l'avvenuta demolizione controllata delle Torri e del WTC-7 (dato che la nano-thermite, come spiegato da Harrit e Basile, non è una sostanza che possa essersi formata spontaneamente nel crollo o che potesse già trovarsi negli edifici per altri motivi), ma anche perché ci permette di individuare chiaramente il principale (se non l'unico) sospettato: il complesso militare-industriale-governativo statunitense, perché sarebbe stato l'unico a poter disporre di una tecnologia così avanzata e che richiede grandi quantità di sostanze controllate, guarda caso, proprio dal governo (e che inoltre avrebbe avuto vari moventi per effettuare un auto-attentato come l'11 settembre).

    Ecco perché le tracce di nano-thermite al WTC vengono considerate da molti la "smoking gun" (la prova decisiva) dell'11 settembre.

    Alcuni sostenitori della versione ufficiale hanno provato (in modo piuttosto disperato, a dir la verità) a squalificare questa prova così significativa insinuando la buffa idea che in realtà la nano-thermite ritrovata fosse semplice VERNICE. Per la precisione, che fosse la vernice antiruggine usata al World Trade Center, perché anch'essa presenta ossido di ferro come la thermite.

    Al di là della bizzarria dell'obiezione (18 mesi di esperimenti e analisi, almeno due studi paralleli e indipendenti, e tutti gli scienziati coinvolti avrebbero scambiato della semplice vernice per una sostanza particolare, potente e pericolosa come la nano-thermite?!), chi sostiene questa tesi si dimentica che nel Rapporto sullo studio, alle pagine 27 e 28, c'è un'apposita sezione che smentisce queste dicerie. A quelle pagine infatti si legge che la sostanza trovata nelle macerie del WTC non può essere vernice per vari motivi tecnici ben precisi e inequivocabili:
  1. Ha una resistività di appena 10 ohm-m (mentre la vernice in media ha valori di diverse grandezze più alti, oltre i 10^10 ohm-m).
  2. Quando è stata immersa e agitata in un potente solvente (il metiletilchetone) per decine di ore non si è dissolta come avrebbe fatto qualunque vernice.
  3. Contiene alluminio e ossido di ferro, gli ingredienti della thermite, nella combinazione caratteristica di questa sostanza.
  4. E' presente una matrice di silicone e carbonio che suggerisce che si tratti di un composto super-thermitico.
  5. Quando i frammenti vengono incendiati producono temperature in grado di fondere l'acciaio ancora oggi, anni dopo l'11 settembre. Della vernice ovviamente non potrebbe farlo.
  6. L'energia viene rilasciata in un arco di tempo molto breve e l'entalpia osservata (la capacità di scambiare energia con l'ambiente) eccede addirittura quella della semplice thermite.
  7. Se una qualunque vernice possedesse queste caratteristiche sarebbe incredibilmente pericolosa, una volta asciugatasi, e non potrebbe certo venire usata in un edificio.
    Il Rapporto conclude affermando (giustamente) che l'affermazione secondo cui della vernice potrebbe rispecchiare tutte queste caratteristiche dovrebbe essere dimostrata empiricamente e con delle analisi adeguate (fino ad allora è solo un'illazione, anche piuttosto ridicola, se vogliamo).

    Per chiudere la "questione vernice" definitivamente, ascoltiamo il fisico Jeff Farrer che ci parla degli esperimenti comparativi che ha svolto con il materiale nano-thermitico e con la vernice antiruggine del WTC per verificare se si potesse davvero trattare della stessa sostanza (comincia a parlarne al minuto 07:42 - ricordatevi di attivare i sottotitoli italiani, se non ci sono già):


    Quindi, come detto nel video, le tracce di nano-thermite e la vernice antiruggine si sono comportate in modo del tutto diverso negli esperimenti, e la loro composizione chimica è risultata anch'essa differente, per cui non si può trattare della stessa sostanza. (La prima parte del video di Farrer è visibile qui, la terza qui.)

    Molti hanno obiettato a questo punto che non ci sono prove che la thermite/nano-thermite sia in grado di fondere e/o tagliare una colonna d'acciaio come quelle delle Torri Gemelle, e che in ogni caso la quantità di thermite necessaria per farlo sarebbe enorme, cosa che renderebbe inverosimile la demolizione controllata delle Torri, dato che sarebbero servite decine di tonnellate di thermite.
    Nel primo video sottostante, l'ingegner Jonathan H. Cole dimostra con esperimenti pratici (anziché simulati al computer come piace fare al NIST) che la thermate (normale thermite con aggiunta di zolfo) può fondere e tagliare delle colonne d'acciaio sia orizzontalmente che verticalmente, che può causare esplosioni e sbuffi di polvere (squibs), e che la quantità di sostanza necessaria non è affatto alta come cercano di farla sembrare i sostenitori della versione ufficiale. Ognuno può vederlo con i propri occhi.
    Oltre a dimostrare come la thermate sia un materiale molto eclettico e malleabile, che può essere usato in vari modi per ottenere molti effetti diversi, nel secondo video Cole smentisce alcune affermazioni della versione ufficiale sugli effetti che il fuoco avrebbe procurato all'acciaio delle Torri, dimostrando che effetti simili (come la solfatazione) possono essere stati causati solo da una sostanza esterna, e non dal semplice incendio di kerosene e materiali da ufficio:
    Come abbiamo visto, se usata in modo adeguato una piccola quantità di thermate può fare danni enormi. E la sostanza ritrovata al WTC è nano-thermite, che è più potente e richiede quindi quantità inferiori per ottenere gli stessi risultati.

    Inoltre, in questo documento degli esperti spiegano molto bene varie cose riguardo thermite e nano-thermite, compreso il fatto che può essere utilizzata con un congegno che la tenga attaccata alla trave da tagliare con un semplice magnete (come questo), che se posizionata e dosata in modo appropriato può tagliare una trave d'acciaio in meno di un secondo, e che può essere attivata da remoto (congegni per fare tutto ciò sono già stati inventati e brevettati).

    Infine, è stato obiettato da chi sostiene la versione ufficiale che molte riviste scientifiche si sono rifiutate di divulgare questa ricerca, stando bene attente a definirla "oltraggiosa e riprovevole" ma senza spiegare cosa avrebbe di errato dal punto di vista scientifico, che lo studio non sarebbe stato sottoposto a peer-review e che il redattore capo della rivista si è addirittura dimesso dopo la pubblicazione dello studio di Harrit.
    Secondo i sostenitori della versione ufficiale, questo significa che l'intero studio, durato 18 mesi e svolto con tutti i crismi (e ancora in attesa di essere smentito), più gli altri studi indipendenti che lo hanno confermato, sono del tutto inaccettabili come prova.
    Secondo il resto del mondo, invece, dimostra solo la vigliaccheria e l'asservimento all'autorità di molte pubblicazioni e della maggior parte dei mass media.

    Se si vuole dimostrare che uno studio scientifico è arrivato a conclusioni errate, il modo è uno solo: bisogna spiegare esattamente dove ha sbagliato e per quali ragioni le sue conclusioni sono errate. Non basta dire che è "scandaloso" od "oltraggioso",  e di sicuro non è sufficiente fare insinuazioni.
    Finché le accuse non vengono dimostrate, rimangono illazioni. Come ha detto lo stesso Niels Harrit: "Se ho torto, smentitemi".



   9) Quali leggi fisiche vìola il crollo del WTC-7, e perché?

    Secondo la versione ufficiale, il crollo del WTC-7, così come quelli delle Torri Gemelle, è stato un crollo gravitazionale,ossia un crollo avvenuto grazie alla sola forza di gravità e al peso dei piani in caduta, senza esplosivi o sostanze incendiarie che li "aiutassero" rimuovendo le strutture portanti man mano che l'edificio crollava. (A lato, un grafico che mostra i tempi di caduta di tre gravi nel vuoto fatti cadere dalla stessa altezza del WTC-7, paragonati al tempo di crollo dell'edificio.)

    Il problema, che è anche il motivo per cui tanti ingegneri, scienziati e fisici contestano questa versione dei fatti, è che il WTC-7 è crollato con modalità fisicamente impossibili da ottenere con un crollo gravitazionale.
    Più precisamente, la simmetria, la rapidità e la totalità di quel crollo possono essere ottenute solo grazie all'uso di esplosivi o di sostanze incendiarie che accelerino, rendano uniforme e facciano continuare il crollo fino al suolo (anche dopo che l'energia cinetica dei piani in caduta si è esaurita), perché alcune leggi fisiche impediscono che si possano ottenere crolli con quelle caratteristiche grazie alla sola gravità.
    Vediamo ora le esatte leggi fisiche che la versione ufficiale vìola e le relative analisi matematiche e fisiche che lo dimostrano (alcuni degli articoli linkati parlano solo delle Torri, ma i principi fisici in gioco sono gli stessi e possono essere applicati anche al WTC-7):
  • Il Secondo Principio della Termodinamica dimostra che un crollo con quella simmetria non avrebbe potuto essere innescato da incendi asimmetrici e non avrebbe potuto poi essere portato avanti dalla sola gravità, e prova che una precisione simile si può ottenere solo artificialmente.
  • La formula per calcolare la caduta di un grave nel vuoto e quella per calcolare la resistenza aerodinamica dimostrano che un crollo così rapido ("in caduta libera per 2,25 secondi", come ha detto il rapporto del NIST) non avrebbe mai potuto verificarsi a meno che tutte le colonne portanti non venissero fatte cedere contemporaneamente.
  • La formula per calcolare il Trasferimento della Quantità di Moto dimostra che un crollo così totale non avrebbe potuto verificarsi senza l'aiuto di esplosivi, perché la gravità e il peso dei piani in caduta da soli non potevano generare abbastanza energia cinetica per distruggere l'intero edificio fino alle fondamenta com'è avvenuto. Senza "aiuti" artificiali, il crollo si sarebbe fermato dopo pochi istanti, anziché continuare fino a terra come ha fatto.
  • La formula per calcolare la Conservazione del Momento conferma che un crollo gravitazionale non avrebbe mai potuto essere così rapido, perché se due masse identiche collidono e restano unite (come avrebbe fatto ogni piano con quello sottostante), la velocità a cui viaggeranno sarà la metà di quella a cui viaggiava la massa originaria. Questo perché il piano sottostante offre inevitabilmente una certa resistenza e rallenta la caduta di quello soprastante (a meno che non venga fatto cedere con esplosivi prima che quello soprastante lo raggiunga: solo ed esclusivamente in quel caso non offre alcuna resistenza e non rallenta il crollo).
  • La formula per calcolare la Conservazione dell'Energia dimostra che, se anche nel crollo ci fosse stata abbastanza energia cinetica per far cedere tutti i piani fino alle fondamenta, in ogni caso non avrebbero potuto verificarsi sia il cedimento che la polverizzazione dei piani, perché quell'energia può essere utilizzata solo una volta (anche in questo caso, l'unico modo per ottenere entrambi i fenomeni contemporaneamente sarebbe stato l'impiego di esplosivi o sostanze incendiarie).
    Come abbiamo visto, le prove certe della demolizione controllata del WTC-7 (e delle Torri Gemelle) ci sono da anni. Da molto prima che venisse ritrovata anche la sostanza usata per ottenere crolli così rapidi, simmetrici e totali.
    Ci troviamo ora a dover scegliere se credere alla fisica o alla versione del governo statunitense (ossia ai rapporti del NIST, che è un ente governativo), visto che le due cose si contraddicono apertamente. O varie leggi fisiche sono sbagliate, oppure il governo americano ha mentito.

    Chiunque sia intellettualmente onesto non dovrebbe avere dubbi, a questo punto.



   10) Qual era la reale portata degli incendi nel WTC-7?

    Delle fotografie ci mostrano la scarsa gravità degli incendi sviluppatisi nel WTC-7:


    Per quanto possa sembrare incredibile, considerando che dovrebbero aver fatto crollare l'intero grattacielo, questi sono tutti gli incendi che si erano sviluppati nel WTC-7.
    Non ce ne sono altri, e non si sono aggravati più di così, perché il WTC-7 aveva protezioni antincendio applicate tra un piano e l'altro proprio per evitare che eventuali incendi si propagassero verticalmente, e a pagina 48 del rapporto NCSTAR-1A viene detto che rimasero perlopiù intatte.

    Chi sostiene la versione ufficiale ha l'abitudine, piuttosto buffa, di mostrare le fotografie del fumo che si alzava dal WTC-7, anziché le fotografie degli incendi veri e propri, e di affermare: "Guarda quanto fumo, altro che incendi piccoli!", come se non esistessero delle fotografie che mostrano la reale estensione degli incendi e ci fosse bisogno di "dedurla" dal fumo (e come se una cosa simile si potesse davvero fare). Mi sembra un modo di procedere bizzarro e tutt'altro che logico.

    Comunque, riguardo l'intensità e la gravità degli incendi, il NIST ha ammesso chiaramente che gli incendi nel WTC-7 erano tipici incendi da ufficio, e che non potevano spostarsi di piano in piano:

    "La loro crescita e la loro diffusione erano quelle di ordinari incendi di materiale da ufficio."
(NCSTAR-1A, p. xxxii.)

    "Non ci sono prove che gli incendi si siano diffusi da un piano all'altro, forse fino ad appena prima che il WTC-7 crollasse. I piani a prova di fuoco hanno agito con successo come barriere che hanno impedito agli incendi di diffondersi."
(NCSTAR-1A, p. 55.)

    Il NIST ammette anche che l'edificio era progettato in modo da soddisfare il New York City Building Code, che richiede una resistenza al fuoco di 3 ore per le colonne e 2 ore per i pavimenti:

    "Le istruzioni per coloro che si erano aggiudicati la costruzione del WTC-7 furono di assicurare una resistenza al fuoco di 3 ore per le colonne e di 2 ore per i ponti di acciaio a sostegno dei pavimenti, il che corrispondeva ai criteri di resistenza al fuoco più severi per costruzioni di tipo 1B (senza sprinklers). [...] "Ispettori privati hanno riscontrato che lo spessore del SFRM (Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio Applicato a Spruzzo) combaciava con questi valori."
(NCSTAR-1A, p. 7; vedi anche la tabella 8-1 a pagina 340 nel rapporto NCSTAR 1-9.)

    La temperatura complessiva nell'edificio sarebbe stata di soli 300 °C, con picchi di 600 °C in alcuni punti limitati (cosa che rende inspiegabile l'acciaio fuso ritrovato nelle macerie):

    "A causa dell'efficacia del SFRM (Spray-Applied Fire-Resistive Materials, Materiale Antincendio Applicato a Spruzzo), la temperatura più alta delle colonne nel WTC-7 è stata soltanto di 300 °C, e solo sul lato est dell'edificio le traverse hanno raggiunto o superato i 600 °C."
(NCSTAR-1A, p. 19.)

    Ma come hanno fatto quelle traverse a raggiungere 600 °C, in primo luogo?
    Nel mondo reale, questo avrebbe richiesto incendi molto intensi per un tempo molto lungo. Nei computer del NIST, ovviamente, questo non è stato un problema. Dato che il rapporto NCSTAR-1A è stato compilato basandosi esclusivamente su simulazioni computerizzate e su nessun esperimento reale, questi investigatori virtuali hanno solo avuto bisogno di truccare alcuni numeri, come la conduttività termica dei materiali coinvolti.
 
    L'acciaio strutturale ha una conduttività termica di 46 W/m/K, il che significa che ogni calore applicato viene rapidamente dissolto. Ma se quel valore venisse impostato a zero, o quasi zero, ogni calore applicato farebbe alzare la temperatura drammaticamente nella zona interessata.
    Vediamo che valori di conduttività termica ha usato il NIST nelle sue simulazioni:

    "L'acciaio è stato immaginato nel modello FDS termicamente sottile, per cui non è stata usata alcuna conduttività termica."
(NCSTAR 1-5F, p. 20.)

    "E' stato considerato che i muri interni (incluse le colonne d'acciaio) avessero le proprietà di tavole di gesso (ossia una conduttività termica di appena 0,5 W/m/K)."
(NCSTAR 1-5F, p. 52.)

    "Nonostante i pavimenti in realtà consistessero di un ponte d'acciaio con sopra una lastra di cemento... le proprietà termiche dell'intero pavimento sono state considerate come quelle del cemento (ossia solo 1,0 W/m/K)."
(NCSTAR 1-5F, p. 52.)

    Truccare i valori della conduttività termica, e applicare i risultati locali delle simulazioni su vaste sezioni dell'edificio, a quanto pare è il modo in cui gli scienziati del NIST sono convinti di poter sostenere le alte temperature dell'acciaio.

    E' da notare anche che riscaldare quelle cinque traverse di pavimenti fino a 600 °C richiederebbe un'enorme quantità di energia, molto superiore a quella che veniva prodotta dagli incendi di mobili da ufficio sotto le traverse.

    Naturalmente il NIST non ha mai avuto problemi nel pubblicare tali voli di fantasia prima d'ora, dato che i suoi sponsor non fanno domande dettagliate e che il NIST non discute dei propri rapporti con investigatori indipendenti.

    Aggiungiamo a questi fatti che il NIST ha ammesso nella sua riunione con la Commissione di Consiglio del dicembre 2007 che la quantità di materiale combustibile presente nel WTC-7 avrebbe potuto alimentare solo 20 minuti di incendi in ogni punto dell'edificio:

    Domanda: "...il fuoco si spostava ogni 20 minuti; essenzialmente iniziava e finiva ogni 20 minuti, quindi se non c'era carburante nel WTC-7, come hanno potuto gli incendi bruciare così a lungo come hanno fatto e distruggere questa grande struttura che aveva una buona resistenza al fuoco?"

    Risposta di Sunder (lo scienziato responsabile del rapporto NCSTAR-1A): "Gli incendi si spostavano da un punto all'altro, il che significa che in ogni punto il materiale combustibile veniva consumato in circa 20 minuti. Mentre il combustibile di una zona veniva consumato, il fuoco si spostava ai materiali combustibili adiacenti."

    Per i piani 11 e 12, il NIST aumenta la stima di materiale combustibile da 4 a 6,4 libbre per piede quadrato, presumibilmente alzando la durata degli incendi a circa 32 minuti. Ma anche così, come ha fatto il NIST a venirsene fuori con incendi della durata di 3 ore e mezzo o 4 ore?

    "Comunque, sembra probabile che il danno critico sia iniziato tra le tre ore e mezza e le quattro ore."
(NCSTAR-1A, p. 32.)

    Cosa ha bruciato sotto quelle traverse per altre tre ore, tre ore e mezza?
    Senza avere risposta a queste domande, dobbiamo assumere che il NIST ora stia suggerendo che la colpa del crollo del WTC-7 sia di una azienda in particolare: gli Underwriters Laboratories, che avevano certificato l'acciaio del WTC come capace di resistere a 1.000 °C per varie ore senza cedere, evidentemente peccando di grave negligenza. (dettagli)
    Stranamente però, gli Underwriters Laboratories non sono mai stati accusati di nulla.

    Comunque, ora proviamo a paragonare gli incendi del WTC-7 con quelli (molto più gravi e duraturi) di altri grattacieli dalla struttura simile, per capire se è plausibile che incendi simili abbiano potuto portare al crollo totale che abbiamo visto.

    Ecco qui in basso ad esempio il Windsor Building, il grattacielo (106 metri per 32 piani) incendiatosi a Madrid per un cortocircuito il 12 febbraio 2005. Ha bruciato da cima a fondo per circa 20 ore e senza nessun controllo (Fonte) (Fonte):

        

L'incendio del Windsor Building di Madrid.

    Ripetiamo, visto che la versione ufficiale sostiene che gli incendi del WTC-7 lo abbiano fatto crollare perché hanno bruciato in modo incontrollato, senza che i pompieri potessero fare nulla: l'edificio raffigurato nelle foto soprastanti ha bruciato anch'esso in modo incontrollato, e per molto più tempo (e su molti più piani) del WTC-7.
    Eppure, non è crollato:

Il Windsor Building dopo l'incendio. Il WTC-7 dopo l'incendio.
    Una bella differenza.
    E non si è trattato di un caso fortuito: nessun grattacielo con struttura di acciaio era mai crollato del tutto a causa del fuoco, prima di quel giorno (dettagli).
    Questi sono gli incendi di grattacieli in acciaio peggiori degli ultimi anni:

beijing hotel
One Meridian Plaza, Philadelphia.
Bruciò su 16 piani per 18 ore.
(23/02/1991 - Fonte)
East Tower, Caracas.
Bruciò su 26 piani per più di 17 ore.
(17/10/2004 - Fonte)
First Insterstate Bank, L.A.
Bruciò su 5 piani per 3 ore e mezza.
(14/05/1988 - Fonte)
Mandarin Oriental Hotel.
Bruciò su tutti i 40 piani per oltre 3 ore.
(09/02/2009 - Fonte)
.
    Tutti gravissimi (l'incendio della First Interstate Bank è ricordato come il più grave della storia di Los Angeles, quello dell'One Meridian Plaza addirittura come il più grave del secolo - Fonte), di gran lunga più del WTC-7, molto più estesi e duraturi.

    Eppure, nessuno di essi ha portato al crollo totale dell'edificio. Al massimo si sono avuti crolli parziali e localizzati (e a volte, come nel caso del Mandarin Oriental Hotel, neanche quelli).

    E non si deve pensare che io abbia cercato apposta quei pochi casi in cui non è accaduto, perchè non è MAI accaduto che un grattacielo in acciaio e/o cemento armato subisse un crollo totale per via di un incendio. E meno male, sarebbe grave il contrario.



   11) Qual era la reale portata dei danni causati dalle macerie della Torre Nord?

    Ecco delle fotografie dei danni riportati dal WTC-7 a causa delle macerie della Torre Nord (la Torre Sud era troppo lontana per raggiungerlo) (cliccate per ingrandire):

       

    Il rapporto NIST "Project 6: WTC 7 Structural Fire Response and Collapse Analysis" (scarica), datato 22 giugno 2004, elenca in questo modo i danni riportati dal WTC-7:
  • Danni allo spigolo sud-ovest - piani 8-18.
  • Danni alla facciata sud fra due colonne esterne - dal livello del tetto giù per 5-10 piani, estensione non nota.
  • Altri danni alla facciata sud: quarto o terzo centrale della larghezza della facciata sud, dal decimo piano fino a terra; grande breccia prodotta da macerie verso il centro, intorno al 14° piano; un quarto della larghezza della facciata sud, sopra il quinto piano.
    Insomma, riassumendo: danni allo spigolo sud-ovest e ad alcune porzioni di facciata sud.
    Ecco una semplice rappresentazione fatta da me dei danni totali, e un'immagine presa dal rapporto della FEMA sul WTC che ne illustra la scarsa profondità (le didascalie le ho tradotte io in italiano):

 

    I danni sono così leggeri perchè il WTC-7 era distante 200 metri dalla Torre Sud e circa 110 dalla Torre Nord, per cui le uniche macerie che sono arrivate a colpirlo sono state quelle più piccole e leggere della Torre Nord. E questo, badate bene, lo affermano gli stessi rapporti ufficiali.


Tenete presente che ogni lato delle Torri Gemelle misurava 64 metri.
 
    La seconda immagine è tratta dal rapporto FEMA, e mostra come il WTC-7 sia stato colpito solo dai detriti più piccoli e meno pericolosi (cerchio arancione) e per di più solo parzialmente, perché quelli più pesanti (cerchio rosso) sono caduti troppo vicini alle Torri.

    Ecco perché anche il rapporto NIST definitivo sul WTC-7 afferma (a pagina xxxii) che i danni causati dalla Torre Nord non hanno giocato alcun ruolo nel crollo, a parte innescare gli incendi. Smentendo così alcuni debunker (come Paolo Attivissimo) che continuano a sostenere che il WTC-7 sia crollato per l'effetto combinato dei danni sommati agli incendi.

    Un caso particolarmente scomodo per questa teoria "danni + incendi", è il WTC-3, un edificio molto più piccolo degli altri del World Trade Center che venne investito in pieno dai crolli di entrambe le Torri, vicino com'era. Eppure, delle foto ci mostrano che non è affatto crollato. Non completamente, comunque, ma solo parzialmente (una bella differenza dal mucchietto di macerie in cui si è trasformato il WTC-7):

WTC-3 WTC-7

    E se il WTC-3, molto più piccolo e vicino alle Torri Gemelle del WTC-7, non ha subìto un crollo totale nemmeno dopo essere stato investito dalle macerie più grandi e massicce di tutte e due le Torri, come è possibile sostenere che il WTC-7 sia stato danneggiato dal crollo della Torre Nord al punto da non poter sopportare nemmeno tre piccoli incendi, e da polverizzarsi al suolo in sei secondi e mezzo, qualche ora più tardi?

    Altri elementi che smentiscono la teoria secondo cui il WTC-7 sia crollato per l'effetto combinato di danni + incendi sono il WTC-4, il WTC-5 e il WTC-6, che riportarono gravissimi danni a causa delle macerie delle Torri e svilupparono incendi altrettanto gravi (molto più estesi e duraturi di quelli del WTC-7, almeno nel caso del WTC-5).
    Il WTC-4 fu schiacciato quasi del tutto dalle Torri, e nonostante ciò una parte dell'edificio si ostinò a restare in piedi.
    Il WTC-5 dovette sopportare sia le macerie delle Torri che ore di incendi furiosi, eppure resistette.
    Il WTC-6 fu danneggiato in modo talmente grave da risultare del tutto sventrato (viene perfino chiamato "la ciambella" per questo) eppure si rifiutò di crollare.
    Le immagini mostrano chiaramente la severità dei danni riportati da questi edifici (cliccate per ingrandire):

wtc4 wtc5 wtc6
WTC-4 WTC-5 WTC-6

    Eppure non crollarono. Dovettero venire demoliti con esplosivi in seguito per sgomberare Ground Zero e poter iniziare a ricostruire.

    Altri edifici, alla stessa distanza dalle Torri Gemelle del WTC-7, hanno subito danni altrettanto gravi dell'edificio 7, eppure sono rimasti in piedi:

    Concludendo, i danni causati dai detriti della Torre Nord non possono assolutamente spiegare il crollo del WTC-7, né perché sia avvenuto con quelle modalità identiche a una demolizione controllata, né perché sia stato l'unico edificio (oltre alle Torri) a crollare completamente, nonostante tanti altri palazzi avessero subito danni e incendi peggiori.



   12) Ma il NIST non ha esaminato l'ipotesi della demolizione controllata? E non ha concluso che sarebbe stata impossibile?

    No, il NIST non ha mai davvero esaminato l'ipotesi che il WTC-7 sia stato distrutto tramite una demolizione controllata.

    Il massimo che ha fatto, nel suo rapporto definitivo, è stato esaminare l'ipotesi che un unico, grosso ordigno fosse stato fatto esplodere alla base della famigerata colonna 79 per distruggerla e far così crollare l'intero edificio, e concludere che una cosa simile non è successa perché il botto dell'esplosione sarebbe stato udito da molti testimoni e tutte le finestre dell'edificio sarebbero finite in frantumi.
    Questo solleva alcuni problemi:
  1. Perché invece di questa ridicola teoria dell'"unica grossa bomba" non è stato esaminato lo scenario (molto più logico) di una normale demolizione controllata con molti diversi ordigni più piccoli, dato che è improbabile che il WTC-7 sia stato demolito dalla Banda Bassotti?
  2. Perché il NIST continua a dare per scontato, pur senza averlo mai provato, che il cedimento della colonna 79 avrebbe potuto portare al collasso totale dell'intero edificio? I grattacieli non vengono progettati in modo da avere degli enormi punti deboli capaci di causarne la distruzione totale. Anzi, sono costruiti in modo da essere molto più resistenti del necessario (anche il 600%). In che senso, quindi, dopo che la colonna 79 si è piegata "il cedimento si è propagato inarrestabilmente al resto della struttura"? Com'è successo? Perché? Una cosa così strana (e preoccupante) non dovrebbe essere dimostrata, prima di venire affermata con tanta sicurezza? E se davvero il WTC-7 aveva questo assurdo punto debole, perché né i costruttori né i progettisti sono stati accusati di negligenza e chiamati a risponderne?
  3. Perché il NIST continua a ignorare che le testimonianze di esplosioni udite nel WTC-7 esistono eccome (così come esistono per le Torri), come quella di Barry Jennings (che è poi morto in circostanze poco chiare insieme a molti altri individui coinvolti in vari modi nell'11 settembre)?
  4. Perché il NIST continua a fingere di non essere al corrente dell'esistenza della nano-thermite, che può bruciare molto rapidamente senza esplodere e che, anche quando esplode, è abbastanza silenziosa da non venire udita in tutta la città e da non distruggere tutte le finestre di un grattacielo, anche se usata in combinazione con piccole cariche esplosive?
  5. Dato che il NIST è un ente governativo e che il principale sospettato di questa faccenda è proprio il governo statunitense, che senso ha che sia lui a fare analisi e ricerche, visto che in ogni caso non possono essere considerate affidabili (non si possono accettare prove a discolpa di un sospettato fornite dal sospettato stesso)? Perché non viene condotta una nuova indagine indipendente e non controllata dal governo (a differenza della prima), come viene chiesto da migliaia di persone e dai parenti delle vittime da anni?
    L'impressione è che il NIST abbia voluto fingere di occuparsi di una questione scottante per non venire accusato di omissione, ma allo stesso tempo abbia anche voluto evitare in tutti i modi di affrontarla davvero per paura di bruciarsi. Era un compito difficile, e il risultato è quello che è.

    In questo modo ha però dato una scusa per continuare a credere alla versione ufficiale a chiunque voglia farlo: "Il NIST ha esaminato la possibilità di una demolizione controllata e ha scoperto che non avrebbe potuto verificarsi, quindi la questione è chiusa".
    Temo che questa frase si sentirà spesso, d'ora in poi.




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