BERLUSCONI SULL'ORLO
DI UNA CRISI DI NERVI
Nell'analisi di
questo scorcio d'epoca italiano non va trascurato un
sottile elemento di pazzia. Andare dai giudici per
depositare dichiarazioni "giuridicamente non
rilevanti" equivale ad andare da un concessionario
d'auto per chiedere due etti di prosciutto, o andare
a Pantelleria per farsi una bella sciata. E perfino
la comprensibile indignazione dei dirigenti diessini,
di fronte all'evidente scollamento logico del
comportamento di Berlusconi, appare incongrua,
spiazzata, come quando, nelle barzellette, il matto
trascina l'interlocutore sul suo terreno. Difatti,
il solo dovergli rispondere: ma guardi che a
Pantelleria non si scia, si fanno i bagni di mare,
ci fa sentire ridicoli e obbligati a una
conversazione ridicola.
Il vero problema
degli stati di alterazione del premier, da anni in
grado di dire e di fare qualunque cosa, č che riduce
al rango di spalla comica chiunque lo circondi: cioč
noi tutti. Dovendo riassumere la sensazione
dominante di questi ultimi anni della nostra vita,
possiamo dire questo: che avremmo sempre voluto
parlare d'altro, ma non ci siamo quasi mai riusciti.
In un certo senso, siamo stati e siamo tuttora
spettatori obbligati di una lunga, lunghissima
terapia. Senza nemmeno la soddisfazione di vedere
migliorare il PAZIENTE.
Del venerdě 22 gennaio 2006