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 Da anni in casa nostra la tintura madre di calendula è diventata il disinfettante di elezione. Diluita la usiamo per la disinfezione di piccole ferite, come collutorio, contro gli arrossamenti e le scottature solari, pura per le punture di insetti, le afte, i foruncoli (basta una goccia).
Un piccolo incidente domestico ci fece scoprire un’altra sua virtù. Mia moglie si era ustionata un dito in cucina, per uno schizzo d’olio bollente. Mancando le solite pomate, ebbe l’idea di riempire un bicchiere di acqua fredda, a cui aggiunse qualche goccia di tintura madre di calendula, e di immergervi il dito per qualche minuto. Oltre al sollievo immediato dal bruciore, scoprimmo che la calendula aveva rapidamente cicatrizzato i tessuti ustionati, evitando anche l’insorgenza di vesciche

.La calendula è una pianta erbacea spontanea, annuale, con fusto rigido ramificato fin dalla base, foglie alterne oblunghe, vellutate, fiori grandi di colore giallo arancio. Perle:E’ nostro convincimento che la calendola, per tutte le applicazioni esterne, soprattutto ulcere, eczemi, calli ecc., vada applicata fresca e a pianta intera, cioè foglie comprese. In mancanza, può usarsi il decotto concentrato delle foglie e dei fiori, ma con effetto ridotto, e così dicasi per l’ulcera gastro-duodenale, tuttavia in quest’ultimo caso anche solo i fiori a infuso possono essere usati efficacemente.” (Giuseppe De Vitofranceschi – IL DECALOGO DELLA SALUTE : DIECI PIANTE DA RISCOPRIRE – SugarCo Edizioni, 1985)

Le proprietà principali della calendula, usata in infuso o decotto, sono quelle di fluidificare (e quindi favorire) la secrezione biliare e di regolarizzare il ciclo mestruale. Per uso esterno i fiori schiacciati applicati sulla pelle sono ottimi cataplasmi antipiaghe. L’estratto serve come unguento su ferite, ulcere, scottature e geloni” . ( LE ERBE MEDICINALI Piccola Enciclopedia – Ed. Piemme 1990)

Calendula Tintura Madre : ha una potente azione antinfiammatoria per uso locale e si può quindi utilizzare su tutte le zone infiammate [del corpo]. Si diluisce con 10 parti di acqua e si applica localmente.” (Attilio Speciani – GUARIRE CON LA NATURA – Oscar Mondadori 1987)

Anche Jean Valnet parla della Calendula nel prezioso trattato “Fitoterapia e aromatoterapia: Una nuova medicina – Come curare le malattie infettive con le piante” (J.Valnet, C.Duraffourd, J.C.Lapraz – Ed Giunti Martello, Firenze 1983) e propone una piacevole ricetta generica per le affezioni della pelle, la TISANA DEI CINQUE FIORI:
10 g di fiori di lavanda e 5 g di (in parti uguali) calendula, borragine, ginestra e viola del pensiero selvatica.
1 cucchiaio per tazza. Lasciare in infuso 10 minuti.

La ricetta :

I bocci di fiori di calendula si possono usare come i capperi, sott’aceto, anche se non raggiungono l’intensità di sapore che è loro caratteristica. Si preparano nello stesso modo. I bocci vengono usati anche freschi o essiccati per aromatizzare salse e condimenti con il loro sapore amarognolo. (Margherita Neri – BUONE ERBE DEI CAMPI – Demetra 1990)

Curiosità :

Il nome calendula deriva dal latino ‘calendae’, cioè il primo giorno del mese, a significare che i fiori di questa pianta si rinnovano di continuo. Originaria probabilmente dell’area mediterranea, la calendula era molto nota ai Romani che la usavano soprattutto come sostituto dello zafferano.” (Fabio Filippi – CENT’ERBE – Nardini Editore 1997) 

 

 

 

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