Sportello Salute

 

 

Rosa

 

Aloe

Arnica

Calendula

Camomilla

Carciofo

Cavolo

Cicoria

Ginkgo Biloba

Iperico

Malva

Miele

Natura

Olivo

Omeopatia

Origano

Ortica

Peperoncino

Piantaggine

Probiotici

Rosmarino

Salvia

Tisana

Home

 Quel fusto vecchio, provato da troppi trapianti e potature azzardate, sembrava non avesse più altro da offrire che qualche sottile stelo curvo sotto il peso di un’unica rosa. Le erbacce lo avevano ormai sommerso in una cupola verde. D’improvviso, o così parve a un coltivatore distratto, un fusto grosso e dritto come una lancia si erse a sovrastare col suo colore viola cupo quel mare di verde. In una settimana il nuovo tronco si era riempito di foglie e di fiori, un candelabro a dieci braccia di bellissime rose gialle. Poche cose suggeriscono l’idea della vita come la nascita, la maturazione e l’appassimento di una rosa sullo stelo.  Ve ne sono che non perdono i petali, ma reclinano il fiore e imbruniscono sotto il peso del loro tempo: pochi giorni. Altre ornano il verde di  piccole macchie colorate, prima di ingrossarsi di semi. Tutte ci elargiscono la loro prorompente bellezza e un tenue, discreto profumo.Oltre ai poeti, anche gli erboristi hanno scritto di rose. Per la precisione della rosa rossa ( o rosa gallica) e della rosa canina.
Dicono che la rosa rossa sia stata portata in Francia da Thibaut de Champagne di ritorno da una crociata o forse i conti di Champagne la coltivarono e la commercializzarono soltanto, certo è che la Francia ha una speciale predilezione per la rosa gallica i cui petali si usano in erboristeria.  Dato che il nome “rosa” sembra derivi dal celtico “Rhod” che vuol dire rosso, l’espressione “rosa rossa” diventa ridondante, ma non ci facciamo caso. La rosa canina invece è spontanea in tutta l’Europa e in Italia. Di questa si usano, oltre che i petali, anche i falsi frutti (cinòrrodi)

 

.Perle:
Rosa gallica (rosa rossa, rosa di maggio). L’infusione da 15 a 60 parti per mille è un eccellente gargarismo contro la maggior parte dei mal di gola, in irrigazioni contro le perdite bianche e le emorragie, come lozione sulle ulcere e gli ingorghi atonici, come collirio nelle oftalmie; applicata in compresse la si è vista calmare violente emicranie. Nelle irrigazioni, nelle ulcere, gli accessi freddi, gli ingorghi, è preferibile usare l’infusione vinosa: da 50 a 60 grammi di petali in infusione per mezz’ora in un litro di vino rosso bollente. Nell’angina si userà vantaggiosamente, sia come collutorio, sia come applicazione locale, il miele rosato che si prepara in questo modo: in 100 gr. di acqua bollente mettere in infusione per 24 ore 80 gr. di petali; filtrare, aggiungere 120 gr. di miele al liquido ottenuto e far cuocere a fuoco dolce fino a raggiungere la consistenza di uno sciroppo denso. (Pierre Lieutaghi – Il Libro delle Erbe – 1977, Rizzoli Editore Milano)

 

Il potere odoroso della rosa rossa è utilizzato soprattutto nel settore dei profumi e di altri prodotti cosmetici; l’industria farmaceutica lo sfrutta come aromatizzante e coprente di preparati sgradevoli. In farmacia l’acqua di rose e il miele rosato sono tra i più diffusi presidi vegetali ancora venduti. I petali vengono impiegati come astringenti intestinali e digestivi. Per uso esterno i petali sono ottimi astringenti e antiinfiammatori. In lozioni astringenti, toniche e antiinfiammatorie si usa l’estratto fluido e l’acqua distillata; quest’ultima è usata anche per colliri rinormalizzanti e per occhi irritati. (LE ERBE – 1977, Gruppo Editoriale Fabbri, Bompiani, Sonzogno, Etas – Milano

 

)L’azione della rosa canina è di potenziare le difese immunitarie, inoltre la presenza nei suoi frutti di vitamina C ne fa un valido rimedio terapeutico nella prevenzione e nel trattamento delle affezioni invernali a carico dell’apparato respiratorio. (Gervasutti-Sannia - Le piante amiche del nostro benessere – 2000,  Utet Milano)

 

Oggi sono riconosciute alla rosa canina proprietà altamente vitaminizzanti, astringenti, antiinfiammatorie e blandamente diuretiche. Nell'’ntichità invece, i famosi medici Ippocrate e Galeno la raccomandavano per la tubercolosi polmonare, soprattutto in caso di sbocchi di sangue. E'’ particolarmente indicata come coadiuvante vitaminico per aumentare le difese dell’organismo in caso di malattie infettive. (Le Erbe Medicinali – 1990, Edizioni Piemme, Casale Monferrato)

 

Della rosa canina vengono utilizzati i frutti, colti dopo le prime gelate (non diventano polposi che dopo la stretta del freddo) e i semi duri che contengono, i petali freschi e una curiosa galla scambiata sovente per un piccolo nido, chiamata dai francesi bédégar, prodotta sui rami delle piante da un imenottero, molto impiegata dagli antichi e rimessa in onore dalla fitoterapia moderna. I ricettacoli maturi della rosa canina sono astringenti, diuretici e, per la loro ricchezza in vitamina C, antiscorbutici. (Pierre Lieutaghi – Il Libro delle Erbe – 1977, Rizzoli Editore Milano)

 

La ricetta:

Ratafià di rose
Raccogliete dei petali di rosa di tutti i colori, ma molto profumati, circa 150 gr. Metteteli in infusione in ½ litro d’acqua calda e lasciateli riposare per due giorni. Filtrate con una mussola. Prendete dell’acquavite, nella stessa quantità dell’infuso di rose. Aggiungete zucchero (250 gr. per ogni litro di liquore), un po’ di cannella e qualche seme di coriandolo. In capo a 15 giorni filtrate di nuovo affinché il ratafià di rose sia ben limpido. (Maurice Mességué – Ha ragione la natura – Oscar Manuali Mondadori, 1989)

 

 

 

 

 

 

Chiudi