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 Durante uno dei miei soggiorni venezuelani, mi capitò di udire un collega che si lamentava di un dolore alla caviglia. Non era in grado di specificarne l’origine, ma avrebbe fatto poca differenza perché io non sono un medico, Comunque gli consigliai un rimedio naturale che non gli avrebbe fatto danno, un impacco di foglie di cavolo verza. Non conoscevo la traduzione di cavolo verza in spagnolo, ma avevo notato che il cavolo cappuccio era comunemente usato quindi gli dissi di applicare una foglia di quello, appena sbollentata per farle perdere la rigidità e che ce la lasciasse tutta la notte.
In Venezuela la medicina naturale è poco seguita, ma molto rispettata e il mio consiglio non suscitò la risata che avevo ricevuto in altre occasioni in patria.
La mattina seguente il collega non zoppicava né si lamentava. Lasciai passare qualche ora, poi gli chiesi se aveva applicato il mio rimedio del cavolo. “Milagroso!” mi rispose, del passato dolore si era perfino dimenticato.

Perle:

“Di fronte al ‘solito dolore’ che ritorna, ci sono due tecniche antiche ma di estrema validità: l’uso delle foglie di cavolo sia fresche sia in cataplasma sulle parti colpite (per esempio in una ripresa di un’artrosi cervicale si possono fare delle applicazioni notturne per 5, 6 giorni sul collo e sulle spalle) e l’utilizzo di massaggi locali prolungati con grasso di bue e grappa schietta.”
(Attilio Speciani – GUARIRE CON LA NATURA – Oscar Manuali Mondadori 1987)

“Basta una foglia [di cavolo] in caso di scottatura, puntura di insetti, ferita, ulcera, ascesso, foruncolo. Nelle febbri prolungate si collocano sulla fronte foglie fresche…”
(Silvio Rozzi Sachetti – LAS PLANTAS, FUENTE DE SALUD – Santiago, 1984)

“Prescrivo allo stesso modo foglie di cavolo calde in compresse su tutti gli organi doloranti, sul fegato in caso di crisi, sul ventre in caso di dolori intestinali, diarree, dissenterie, mestruazioni dolorose, sulla fronte per le emicranie, sul petto e la gola per i raffreddori e l’asma.”
(Maurice Mességué – HA RAGIONE LA NATURA – Oscar Manuali Mondadori 1989)


Per gli scettici, un pensiero di Jean Valnet, tratto da “Il Dottor Natura” Giunti Martello, Firenze 1985:
“Quando si ignorano troppi aspetti di un problema, prudenza vorrebbe che si cominciasse a comprendere, piuttosto che accettare o negare tutto”

.La ricetta:

Cavolo al latte: Fate sbiancare il cavolo per 5 minuti in acqua bollente, poi mettetelo in una pentola e copritelo di latte. Fatelo cuocere a fuoco bassissimo; alla fine della cottura il cavolo avrà assorbito tutto il latte e sarà dolce e pastoso. (Maurice Mességué). 

 

 

 

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