Sportello Salute |
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IL MIELE |
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Ogni
volta che gustiamo un cucchiaino di miele, inconsciamente consumiamo
un furto perpetrato da altri ai danni di un popolo di piccoli esseri
laboriosi: le api. Infatti le api non sono animate da altruismo
quando percorrono ogni giorno decine di chilometri per raccogliere
30/40 milligrammi di nettare ogni volo. Lo fanno per l’alimentazione
e il benessere della colonia. Nonostante l’utilizzo del miele duri
da millenni, l’uomo non è mai stato in grado di addomesticare
le api, quindi qualsiasi sottrazione egli operi nell’arnia, dal
punto di vista delle api è un furto. Il nettare raccolto,
che nella trasformazione in miele dimezza il suo volume, rappresenta
soprattutto la scorta di cibo invernale per l’arnia e certo le api
gradirebbero che le loro fatiche, almeno quelle autunnali,
fossero meglio considerate. Invece molto spesso il ladro sostituisce
il maltolto con sciroppi zuccherini di cui il popolo degli alveari
deve accontentarsi. Il risultato di tutte queste operazioni, dall’assoluta
organizzazione degli insetti ai milioni di chilometri percorsi in
una stagione di raccolta, dal contributo delle piante alla manipolazione
operata dagli enzimi digestivi, ci consegna in confezioni prêt a manger uno degli
alimenti più antichi e più gradevoli al palato. “Molte ricette in cui il miele
gioca un ruolo importante si riscontrano anche nel famoso Papiro
Ebers, (Tebe, Egitto, ca.1530 a.C). A quei tempi questo prodotto
naturale veniva usato come medicina per piaghe da ustioni e altre
ferite, come rimedio contro i disturbi digestivi e come sostanza
di base per la preparazione di bevande e unguenti: per asciugare
le ferite si prendano in parti uguali cera, grasso, vino di datteri,
miele e grano bollito. Questa miscela va applicata quattro volte
sulla ferita. Nell’era nuova il miele ha avuto un ruolo ancora più
importante. Si era finalmente in condizione di conoscere a fondo
le numerose applicazioni di questo prodotto, si conosceva il modo
per ricavarlo e così capitava che ai tempi di Ramsete II
gli alti funzionari ricevessero una parte del loro salario sotto
forma di miele, così come più tardi, ai tempi dei
romani, questi pagavano la loro gente col sale (da cui il salario).
…Se seguiamo la storia del miele in ordine cronologico allora arriviamo
ai greci e scopriamo che il geco Aristotele (384-322 a.C.) ha dedicato
alle api una parte della sua opera sulla vita degli animali. Aristotele
riteneva che la sostanza di base per il miele, il nettare, cadesse
dal cielo. Non è sicuro che a quei tempi i greci si
dedicassero alla coltura del miele. Omero parla della raccolta del
miele da api selvatiche e della sua conservazione in urne munite
di due manici (anfore). Anche Malta riforniva la Grecia di miele.
In effetti a quei tempi Malta non aveva il suo nome attuale, ma
si chiamava Meilat, ossia terra del miele.“ (Greet Buchner - Il
miele: salute e bellezza – SugarCo Edizioni, 1983). Il miele è formato quasi esclusivamente da zuccheri e tra questi gli zuccheri semplici fruttosio e glucosio ne sono la maggior parte (85-95%). Le proprietà fisiche e nutrizionali del miele sono dovute soprattutto a questa composizione che rappresenta un apporto di calorie subito disponibili, senza richiedere processi digestivi e senza aggiungere sostanze dannose. A ciò va abbinata una interessante attività antibatterica dovuta alla presenza di acidi organici e di enzimi e un supporto alla nostra flora batterica intestinale (i batteri “buoni”) per il contenuto di inulina. Per approfittare di tutte le virtù del miele è necessario consumarlo giovane, ben conservato e integro, meglio se della qualità “miele vergine integrale” che possiede caratteristiche qualitative superiori a quelle previste per legge. Non c’è alcuna differenza, invece, tra miele liquido e cristallizzato, questo essendo una naturale evoluzione dell’altro, quando il glucosio precipita sotto forma di cristalli col passare del tempo e con la bassa temperatura; un lieve riscaldamento a bagnomaria lo riporterà allo stato fluido. Finora abbiamo parlato di miele, ma a seconda del raccolto effettuato dalle api, si dovrebbe parlare di mieli, di conseguente diversa origine botanica. I mieli uniflorali possiedono, in piccola dose, gli stessi principi attivi dei fiori da cui provengono, ma non sempre i fiori sono la parte officinale della pianta, perciò nella scelta del miele è più opportuno basarsi sulle sue caratteristiche organolettiche e scegliere secondo il gusto personale. Dove la raccolta di miele uniflorale è impossibile, il prodotto si definisce millefiori. Ogni millefiori possiede proprie caratteristiche che in realtà lo rendono specifico (alcuni prodotti si fregiano della denominazione d’origine), ma soprattutto non ha nulla da invidiare al miele uniflorale. L’apicultura e la produzione del miele è di grande importanza in tutto il mondo. In Europa, a proposito di “Caratteristiche
di composizione del miele”, l’allegato II alla Direttiva 2001/110/CE
del Consiglio dell’Unione Europea, recita: Il
miele è essenzialmente composto da diversi zuccheri, soprattutto
da fruttosio e glucosio nonché da altre sostanze quali acidi
organici, enzimi e particelle solide provenienti dalla raccolta
del miele. Il colore del miele può variare da una tinta quasi
incolore al marrone scuro. Esso può avere una consistenza
fluida, densa o cristallizzata (totalmente o parzialmente). Il sapore
e l’aroma variano, ma risultano dalla pianta d’origine. La prossima volta che assaporiamo questo eccellente prodotto (facciamolo presto) pensiamo anche a quali meraviglie la natura ci ha abituato.
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