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 Come di altre entità che popolano le nostre campagne, anche dell’olivo si può dire: di lui non si butta via nulla. Il legno è pregiato, si lavora per farne piatti e coppe. Brucia perfettamente con brace bianchissima; fa parte della tradizione ligure cuocere le fettine di carne direttamente sulla brace d’olivo e mangiarle a scottadito (chissà forse un sistema per integrare con un po’ di potassio una dieta altrimenti ricca di sodio). La radice, durissima, fornisce materiale per la fabbricazione di ottime pipe. Le foglie si usano in erboristeria per decotti ed infusi. I frutti, beh, le olive le conosciamo bene, come pure l’olio che se ne trae e che fortunatamente non manca nelle nostre case.

 

Quella dell’olivo è una coltivazione tipica del bacino del Mediterraneo e l’uso dell’olio in cucina e sulla tavola ha tradizioni antichissime. Dal ramoscello di olivo che la colomba portò sull’arca di Noè, attraverso i riti religiosi degli Egizi, con i commerci dei Fenici, celebrando le glorie e la ricchezza di Roma, l’olivo è giunto ai giorni nostri riconquistando con il suo olio un giusto spazio nelle preferenze culinarie e nel gusto degli Italiani.

 

Perle:

 

L’olivo possiede numerose e insostituibili proprietà terapeutiche. I principi attivi contenuti nelle foglie sono vasodilatatori periferici e diuretici, risultando di grande efficacia nella cura dell’ipertensione. Le foglie risultano poi utili anche contro l’aterosclerosi, l’eccesso di grassi nel sangue, il diabete e la febbre. L’olio d’oliva, per la sua proprietà di dissolvere i calcoli e facilitarne l’espulsione, è consigliato in caso di coliche di fegato e reni, calcoli biliari e renali, nella dose di 40-60 gr. Al giorno, da assumersi possibilmente a digiuno. (Cent’erbe – 1996 – Nardini Editore, Fiesole)

 

Il contenuto aromatico delle olive è utilissimo ad eccitare l’appetito, per cui è consigliato ai soggetti astenici come ricostituente. E’ anche ottimo come lassativo, adatto soprattutto ai vecchi e alle donne in stato di gravidanza. Nelle disfunzioni intestinali si preparano clisteri con acqua e olio, utili a risolverle. E’ anche usato nelle ulcere gastriche, dovute in genere alla eccessiva secrezione acida.
(Guarire con le erbe – a cura di M.G.Luda e A.Vassallo – 1971, Mantelli Editore, Torino)

 

(…) Fra le altre piante miracolose per il fegato, bisogna citare la carota (il cui effetto è ben noto), il crescione e tutte le insalate (cotte se necessario), il pomodoro e l’oliva. A proposito dell’oliva, esiste un trattamento semplicissimo e molto efficace che consiglio sempre agli epatici, che consiste nel prendere ogni mattina a digiuno una cucchiaiata d’olio d’oliva vergine (di prima spremitura, a 0,5 d’acidità). E’ piuttosto nauseante, certo,  ma vi si possono aggiungere alcune gocce di limone. In ogni caso l’olio d’oliva ridesta e stimola una bile pigra o un fegato ingorgato. Olio d’oliva e limone saranno quindi gli unici condimenti autorizzati in periodo di crisi epatica, insieme all’aglio (se è ben sopportato).
(Maurice Mességué – “Ha ragione la natura” – 1989 – Oscar Manuali Mondadori)

 

La ricetta :

 

Tosse dei fumatori:
In una tazza di acqua bollente lasciare in infusione per tre minuti
1 pizzico di eucalipto
1 pizzico di timo di Provenza
2 pizzichi di olivo
Filtrare e fare gargarismi.
(Giorgio Cajati “Erbe e fantasia” – 1983, Mundici e Zanetti Editori)

 

 

 

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