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 L’empirismo fu la principale medicina dell’antichità, ma anche la superstizione, la stregoneria e la magia venivano utilizzate nella cura dei malanni del corpo e dello spirito.

 

Gaspare Barbiellini Amidei e Attilio Speciani hanno curato la prefazione e la postfazione di un’interessante e a tratti inquietante  raccolta di ricette popolari italiane “LE CURE DELLA NONNA” (A.Mondadori Editore 1990) tratta  dal volume El Mal del Moc (Fondazione Ernesta Besso, Roma 1968).

Il Dott. Speciani ha accortamente segnalato per ogni ricetta la falsità, la verità o la probabile efficacia. Tra queste “perle” di antica (e moderna) saggezza ne scegliamo una probabilmente vera:
La mamma aveva avuto un’ulcera all’occhio per cui il dottore le aveva prescritto una cura di antibiotici. Questa cura l’ha presa per un periodo lungo e si è intossicata. La mamma ha preso molte medicine per disintossicarsi tra cui anche la malva che le ha fatto più effetto delle altre. La mamma si è accorta di questo miglioramento perché quando prendeva l’acqua di malva si sentiva meglio mentre invece quando prendeva le altre medicine si sentiva peggio. (da Montefalco, Perugia)

 

Perle:

 

La “Regola sanitaria salernitana” è una raccolta di norme medico-dietetiche che risale all’anno 1100. Gran parte di queste oggi ci fanno sorridere perché superate e contraddette dalle scoperte più recenti. Alcune conservano un minimo valore igienico-sanitario.
De Malva. Dixerunt malvam veteres, quia molliat alvum. Huius radices rasae solvunt tibi foeces; vulvam moverunt et fluxum saepe dederunt.
(Dissero gli antichi che la malva scioglie il corpo, diluisce le feci e stimola l’urina).

 

Coadiuvante per la congiuntivite. Far macerare almeno per un’ora in una tazza d’acqua bollita:
- 4 pizzichi di malva
- 2 pizzichi di camomilla romana
filtrare attentamente ed utilizzare questo preparato per lavaggi agli occhi mattina e sera. (Marc Mességué – SEGUENDO LA NATURA – Editoriale G. Mondadori 1988)

 

“Forse avrò un po’ di infiammazione”. Questa sintetica giustificazione per circa metà dei mali del mondo, viene spesso ascoltata, non solo nello studio del medico, ma anche dal lattaio, dal panettiere, dal meccanico… Nella maggior parte dei casi però, basta un minimo aiuto per riportare alla norma lo stato della “pancia”. Consiglio infatti di attuare qualche giorno di disintossicazione associando l'assunzione di un decotto di malva (20 g per litro d’acqua per 10 minuti di decotto) di cui bisogna bere una tazza al mattino e un infuso di foglie di mirtillo (2 prese per una tazza d’acqua per un infuso di 10 minuti) del quale va bevuta una tazza alla sera, per 15-20 giorni continuativamente. (Attilio Speciani – GUARIRE CON LA NATURA – Oscar Manuali Mondadori 1987)

 

Consigli pratici di utilizzazione della malva:
Per le tossi, le costipazioni e le infiammazioni intestinali un infuso di 3 g. in 100 ml d’acqua; berne una tazza, 2-3 volte al giorno. Contro le infiammazioni delle mucose della bocca, un decotto: bollire 50 g. di fiori in 1 litro d’acqua per 20 minuti. Filtrare e imbibire un batuffolo di cotone con il quale frizionare le ulcerazioni. Per bagni emollienti e idratanti aggiungere all’acqua decotti di fiori e foglie. In cucina, le foglie giovani di malva vengono utilizzate come gli spinaci.
(Annachiara Vendramin – IL GIARDINO OFFICINALE – Editrice MEB 1989)

 

La ricetta :


Malva alla paprica.
Pulite 1 kg di malva, tagliatela a listarelle e lessatela per 20 minuti in acqua leggermente salata. Scolate e disponete in una teglia imburrata. Cospargetela con ½ cucchiaio di pangrattato mescolato ad un cucchiaino di paprica e con 80 gr di parmigiano tagliato a scaglie sottili. Aggiungete fiocchetti di burro e fate cuocere in forno caldo a 200° per 10 minuti. (CENT’ERBE – Nardini Editore, Fiesole 1997)

 

 

 

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