Sportello Salute

 

 

Probiotici e prebiotici

 

Aloe

Arnica

Calendula

Camomilla

Carciofo

Cavolo

Cicoria

Ginkgo Biloba

Iperico

Malva

Miele

Natura

Olivo

Omeopatia

Origano

Ortica

Peperoncino

Piantaggine

Rosa

Rosmarino

Salvia

Tisana

Home

 Cos’hanno in comune i fermenti lattici e la dieta mediterranea? Fino a qualche anno fa, proprio nulla. Quelle fialette di vetro scuro con il cappuccio di alluminio, scomodissimo da aprire, sono un ricordo d’infanzia per molti di noi. Poi vennero le capsule e le compresse di liofilizzato, decisamente più comode da assumere “per precauzione” soprattutto per contenere gli effetti indesiderati di una cura con antibiotici. Qualche illuminato clinico prescriveva una dieta a base di yoghurt. Nella generalità dei casi, si riteneva corretto mantenere vitale la flora batterica intestinale per evitare fastidiose diarree.

 

La dieta mediterranea era invece poco più di una moda. Quando qualcuno scriveva che mangiar pane e mozzarella e pasta col pomodoro poteva avere effetti antitumorali era per una evidente forma pubblicitaria o per nostalgia di Napoli. La maggior parte del mondo occidentale non avrebbe mai pensato che una fetta di pane integrale imburrata fosse più salutare di una bistecca alla fiorentina. Fino a qualche anno fa…

 

Poi gli americani scoprirono i probiotics, i prebiotics e i symbiotics, che noi abbiamo ordinatamente tradotto in probiotici, prebiotici e simbiotici. Come al solito, molti nomi scientifici derivano da parole greche o latine, però noi adesso dobbiamo tradurle dall’inglese.

 

Il termine probiotico (per la vita) fu coniato nel 1965, come opposto di antibiotico (contro la vita), per indicare genericamente quelle sostanze che favoriscono la crescita dei microrganismi (per inciso il termine antibiotico fu applicato, nel 1928, alla scoperta di A. Fleming: la penicillina, sostanza che ne impedisce la crescita).
Solo nel 1989 il Dott. R. Fuller dà al termine probiotico la definizione attuale: “Un nutriente microbico vivo che ha un’azione benefica sull’animale ospite migliorandone l’equilibrio batterico intestinale”. In termini molto più banali, stiamo parlando dei cosiddetti fermenti lattici.

 

Più di recente incontriamo i prebiotici e la loro definizione secondo Gibson e Robertfroid: “Prebiotico è un componente alimentare non digeribile che stimola la crescita e/o l’attività di un limitato numero di batteri presenti nel colon, migliorando la salute dell’ospite”.
Praticamente sono i carboidrati che non vengono digeriti e le fibre che viaggiano intatte fino all’intestino tenue e al colon.

 

Infine, il simbiotico è un prodotto alimentare in cui sono presenti sia probiotici che prebiotici.
Qui il cerchio tra fermenti lattici e dieta mediterranea si chiude e si chiude nel migliore dei modi, perché a) i fermenti lattici, cioè i microbi buoni, fanno bene alla salute; b) i carboidrati e le fibre vegetali contenute nella dieta mediterranea fanno bene ai microbi buoni.

 

Dire semplicemente che i fermenti lattici fanno bene è generico e troppo riduttivo, per cui ritorneremo sull’argomento. Negli ultimi quattro anni sono fioriti gli studi e le ricerche su questi probiotici come supplemento alimentare umano. Ne sono scaturite informazioni estremamente promettenti e speranze addirittura di effetti miracolosi. Pur restando con i piedi per terra, possiamo raccogliere nozioni su queste certezze e su queste speranze e su come la natura abbia già superato la fase della scoperta e della sperimentazione, la medicina no.

 

Perle:

 

I batteri presenti nelle vie aeree, nel sistema digerente, sulla nostra pelle  (migliaia di miliardi) sono 10 volte più numerosi delle cellule di cui il nostro corpo è composto.

 

Tra le centinaia di specie di batteri buoni che possono colonizzare l’intestino, ogni persona possiede i suoi personali probiotici, probabilmente da 4 a 10 ceppi.

 

In particolare i lactobacilli colonizzano l’intestino tenue, mentre i bifidobatteri l’intestino crasso. Si ritiene che una maggior varietà batterica porti effetti più salutari.

 

Le sostanze naturali che possono fregiarsi del titolo “prebiotico” sono quelle contenenti carboidrati, cioè: cipolle e agli, carciofi, porri, cicoria, cereali e soia,  frutta e miele.

 

Solo a titolo di esempio, tra i benefici effetti dei batteri buoni si riscontra la produzione di acido lattico, fondamentale per la salute delle cellule dell’epitelio intestinale; la produzione di enzimi per la digestione di carboidrati, proteine e grassi; l’aumento dell’acidità intestinale con conseguente riduzione della presenza di batteri patogeni; la competizione ambientale con altri microorganismi dannosi, mantenendone sotto controllo la proliferazione.

 

La ricetta :

 

Una fetta di pane integrale spalmata di miele, accompagnata con una scheggia di formaggio è, oltre che un cibo sublime, un ottimo esempio di “symbiotics”.

 

 

 

 

Chiudi