feninno vito, la repubblica di tersite.jpg  SITO PER CUORI RIBELLI                                                SITO DEDICATO A TERSITE                     FONDATORE VITO FENINNO

L.

Il territorio dell'osso

Home Leggende Daune tanto lavoro poche idee Carnevale Monti dauni, il dissesto Rocchetta isolata Eolico, seminario a Deliceto Bertinotti a Rocchetta Finanziaria 2007 e piccoli comuni Striscia la notizia Anarchia produttiva Tersite p. comuni e Di Pietro Monti Dauni: digital divide Candela: convegno Eolico Macondo dauno irpina Piccoli comuni spariscono Rocchetta, vie di comunicazioni Lacedonia, torri eoliche Nausea Moratoria eolico Al sindaco di Anzano di Puglia Peschici e Rocchetta bruciano Rocchetta, piccolo comune ai_rocchettani_2_500_euro_eolici Natale 2007, origini del cristianesimo Rocchetta, no tax

 Natale 2007, origini del cristianesimo

 

 

NATALE, IN PRINCIPIO ERA: AMA IL PROSSIMO TUO COME TE STESSO*

 di Vito Feninno

Lettera ai credenti e non credenti

e - per conoscenza - alle autorità civili e morali

L’avvento del cristianesimo cambiò il concetto di “colpa”. Prima del cristianesimo la “legge” vietava la rivolta e la ribellione dei poveri contro i potenti o il potere costituito. Che grazie a questo “tabù” difendeva al meglio i propri interessi inconfessabili. Per la prima volta nella storia dell’uomo “Dio” veniva reclamato e posto dalla parte dei poveri, dalla parte degli oppressi. Per la prima volta i “colpevoli” erano i “ricchi”, coloro che sfruttavano il prossimo; coloro che “facevano ad altri ciò che non volevano fosse fatto a se stessi”.

Con il cristianesimo la “legge” divenne: “ama il tuo prossimo”.

Il cristianesimo, cioè, predicò il concetto di giustizia, della realizzazione di un mondo in cui l’uomo fosse fratello all’uomo. Non a caso il cristianesimo, che rovesciava il concetto di “colpa”, fu al suo esordio odiato e avversato dalle classi dominanti dell’epoca: dagli stessi Farisei notabili del Sinedrio che avendo in invidia il Cristo, prima lo consegnarono a Pilato con l’accusa di ribellione contro l’ordine precostituito, e poi durante il “privilegio pasquale” incitarono la folla per la sua crocifissione (Mc. 15, 8-14); e dai Romani con la persecuzione cristiana. 

 “Non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te stesso”, fu e rimane un concetto “rivoluzionario” perché ha in sé la forza di abolire ogni forma di ingiustizia.

incoronazione_di_Carlo_Magno_natale_800_d.c.Ma il cristianesimo, nato come religione dei poveri, che “puniva” gli oppressori, con l’incoronazione di Carlo Magno divenne religione di Stato. E i papi diventarono i dispensatori di regni e di corone.Il Natale dell’800 – otto secoli dopo Cristo – il papa Leone III incorona Carlo Magno e ponendogli sul capo la corona pronuncia queste parole: “A Carlo, piissimo, augusto, incoronato da Dio, vita e vittoria”. Con questa incoronazione si passò dall’Impero Romano d’Occidente al SACRO ROMANO IMPERO. Il “Dio” dei poveri fu accaparrato e messo dalla parte dei potenti. Benedetti e incoronati i tanti “augusti” e giù giù fino alle potenze dell’era moderna e post-cristiana il potere spirituale si è garantito il cosiddetto beneficio o “potere temporale”. Così il cristianesimo è giunto fino a noi rovesciato radicalmente del suo concetto primitivo: la colpa non è più dei “ricchi” ma dei poveri: perché il concetto “non rubare” non significa più non rubare e non sfruttare il povero e il prossimo, ma significa non rubare al “ricco” che ti deruba e ti sfrutta; il perdono significa il perdono al “ricco” che ti toglie la dignità; il non ribellarti al prossimo significa non ribellarti contro chi ti sfrutta.

Dobbiamo aspettare altri duemila anni per ottenere giustizia? O possiamo dirci giunti al fatidico “momento etico”, cioè giunti alla “presa di coscienza” per riappropriarci del concetto primitivo del cristianesimo e considerare la possibilità di mettere in atto l’inevitabile azione storica di sottrarci già oggi dal bisogno? Come è possibile non riconoscere, “non prendere coscienza” che viviamo ancora in pieno conflitto sociale: dove pochi stanno sempre meglio e tanti stanno sempre peggio? Come è possibile non “prendere coscienza” che lo stato di necessità a cui siamo condannati non c’è stato prescritto dalla natura ma dai nostri potentati che noi stessi eleggiamo?

La situazione economica non è buona. L’inevitabile processo di concentrazione industriale, energetico e finanziario in atto, dimostra sempre più che il sistema politico-economico ha sempre più bisogno di comprimere la qualità della vita delle persone e di ridurre i diritti sociali di cittadinanza. L’inasprimento delle condizioni sociali ed economiche dei lavoratori e delle famiglie è iscritto nelle ferree leggi economiche della natura del sistema politico-economico legate al profitto:che non a caso chiedono sempre più tagli alla spesa pubblica e mano libera nel mercato del lavoro e dei salari.

Le “leggi” della concorrenza e della competitività annunciano altre restrizioni e l’unica cosa certa è che i partiti romani insieme ai sindacati ripropongono alle famiglie l’abbraccio soffocante dell’interesse generale. Che non coincide mai, guarda caso, con gli interessi dei lavoratori e delle famiglie, i veri produttori e sostenitori della ricchezza del paese.

Dovremmo essere in un tempo in cui dovremmo considerare l’umanità pressoché emancipata e in grado di saper scegliere il bene. E di riscattarsi dalle ingiustizie. Ma questa maturazione purtroppo è determinata dall’esperienza e dal complesso dei rapporti sociali.

Ecco perché  non c’è  da meravigliarsi se oggi, in giro - e anche a Rocchetta - seppur ci fossero degli “spiriti liberi” in grado di “creare problemi” nessuno si attenta a rivendicare giustizia e libertà dal bisogno preoccupati come sono a farsi cooptare dal sistema dominante. Perfino il governatore pugliese, il rifondatore Nicola Vendola, si è detto pronto “alla necessità di nuovi simboli che evochino la speranza e che il tempo della nostalgia è esaurito”, lasciando senza guida il popolo che lo elesse. (-Sempre e solo la speranza? E la praxis, caro governatore?-)  Anche D’Alema, in questi giorni, ha detto di “avvertire il fascino della religione”. L’emancipazione umana quindi subisce ancora l’influenza della “cultura del momento” allontanando da se il cosiddetto “momento etico”.

Quello che è accaduto nel passato, quindi, accade ancora oggi: le riforme di giustizia conquistate con la lotta dei lavoratori, oggi vengono emendate dal parlamento italiano non per allargare le garanzie ma per comprimerle. Tutti i pulpiti civili e morali parlano confondendo la gente neutralizzandone la “coscienza” e distillando la “falsa coscienza”:  se lavori di più, guadagni più; se meriti sarai premiato. Difatti per guadagnarsi la dignità sociale e per non essere disprezzato dai propri figli, un lavoratore se vuole un salario dignitoso (un miserabile stipendio di 1200 euro al mese) deve lavorare 15 ore e fare turni notturni mettendo a rischio la propria vita, come è successo a Torino. E tutto questo, mentre le aziende negli ultimi 10 anni hanno totalizzato un profitto del 90% e il salario è cresciuto solo del 5%. La meritocrazia? Questa è la meritocrazia?!

Rocchetta potrebbe cristianamente dare attuazione al precetto natalizio di: “ama il prossimo tuo come te stesso”. Delle energie rinnovabili non devono avvantaggiarsi esclusivamente le aziende o chi stipula le convenzioni; ma questa forma di produzione deve essere un modello di produzione a vantaggio di tutti i cittadini in quanto tali. La produzione di energie rinnovabili deve diventare un modello di riappropriazione democratica e di equa distribuzione della ricchezza, deve restituire ad ogni cittadino la sovranità e la dignità di sentirsi uomo fra gli uomini.

Facciamo di questo Santo Natale il nostro EVENTO. LA RINASCITA DEL PRINCIPIO CRISTIANO. I TRE MILIONI DI EURO DELL’EOLICO IMPEGNAMOLI PER LE FAMIGLIE ROCCHETTANE CANCELLANDO LORO LE TASSE DELL’ICI, LA TARSU, L’ACQUA, LA LUCE, IL GAS, IL TELEFONO, L'ADSL, IL TRASPORTO, LE TASSE SCOLASTICHE.   

Interpelliamo con 2000 cartoline il sindaco del nostro comune. Inviamole presso la sede comunale. Insieme agli auguri notifichiamo anche i costi totali delle tasse chiedendo di provvedere al loro pagamento.

Da laico cristiano adamitico, fedele al principio primitivo “ama il tuo prossimo”, voglio chiudere con quanto ha scritto l’ex-presidente della corte costituzionale Gustavo Zagrebelsky :”In quell’episodio di duemila anni fa, verità e giustizia, testimoniano contro la democrazia. Nella politica la mitezza, per non farsi irridere come imbecillità, deve essere virtù reciproca.

Se non lo è, ad un certo punto prima della fine, bisogna rompere il silenzio e cessare di subire”.

Con rispetto di me, e di tutti, 

auguro a tutta la cittadinanza un Buon Natale e un prospero Anno 2008                                         IL CITTADINO, Prof. VITO FENINNO         

*manifesto pubblicato a Rocchetta Sant’Antonio, natale 2007 

- la repubblica di tersite 16 dicembre 2007 -

monti dauni meridionali, territorio dell'osso
   
 

- la repubblica di tersite -