IN
FIAMME IL GARGANO: SPERONE D'ITALIA.
NON CI SONO SOLO GLI INCENDI. CI SONO ANCHE LE
RESPONSABILITA’.
Dopo la catastrofe
puntuale arriva il balletto delle colpe. L'ennesimo
gioco dello scarica barile, all'italiana: e
immancabilmente divampa la polemica sulle
responsabilità.
Bertolaso, capo della Protezione
Civile Nazionale, accusa le Regioni e i Comuni
affermando che la lotta contro gli incendi spetta
agli enti locali, richiamandosi sia alla legge 353
del 2000 che affida alle Regioni le competenze
specifiche contro i roghi e sia alla lettera scritta
ai sindaci che li sollecitava a realizzare i piani
di emergenza. Dal canto suo, il WWF denuncia che non
tutte le Regioni hanno adottato il piano contro gli
incendi boschivi; mentre l'ass. Italia Nostra se la
prende con i Comuni che avrebbero eluso la
responsabilità di censire le aree boschive andate in
fumo. Di più: il vice presidente dell'Anci sul
fronte incendi mette a nudo la realtà:"esistono due
protezioni civile, quella nazionale che funziona, e
quella delle città che lavora in assenza di
programmazione e in assenza di linee guida".
E
mentre i sindaci dei Comuni in fiamme denunciano il
ritardo degli interventi dei mezzi aerei per
spegnere il fuoco, il governatore Vendola denuncia
l’esistenza di professionisti del fuoco, dichiarando
che "ci sono interessi speculativi". E così mentre
migliaia di ettari di bosco, di pinete e di macchia
mediterranea sono stati inceneriti - che per
ricostruirli occorrono 50 anni – una babele di
reciproche accuse alimenterà un fiume di parole che,
fedele con la italica cultura del “dopo”, seppellirà
per sempre un'altra giornata nera della nostra
storia.
Tutti sanno, da decenni, che d'estate l'Italia
brucia per mano dei "professionisti del fuoco" ma,
malgrado questo, si continua sempre a intervenire
sul dopo: dopo che l'incendio è scoppiato. Se invece
si favorissero le opere di manutenzione dei boschi e
delle aree verdi o si obbligasse agli agricoltori di
non bruciare più le stoppie e a fare i solchi di
prevenzione incendi sui propri confini, forse oggi
non saremmo qui a celebrare l'ennesima nera
giornata “tombale”, dove un’umanità afflitta popola
un angolo del territorio nazionale, già storicamente
abbandonato e martoriato.
Perché tutto questo? Perché dopo il martirio
questa terra stuprata viene perennemente anche
sbeffeggiata? Possibile che tutto è governato dal
caso? Possibile che le responsabilità non sono mai
riconducibili e addebitabili a qualcuno: a nessun
livello tecnico-politico?
Tersite
Rocchetta Sant'Antonio
MARTEDI' DELLE CENERI
GIORNO DELLA
MEMORIA
Se il Gargano brucia, Rocchetta
è in fiamme.
Una linea di fuoco unisce Peschici a Rocchetta
Sant'Antonio. Questo 24 luglio 2007 spero sia
ricordato come martedì
delle ceneri, e che il comune di
Rocchetta Sant'Antonio istituisca, deliberando con
dibattito consiliare, il giorno
della memoria. In ricordo delle due
vittime e dell'incenerimento di 270 ettari di bosco
comunale ancora sotto vincolo napoleonico di uso
civico dal 1806 per le leggi "eversive" che
abolirono la feudalità e quindi tutt'ora patrimonio
naturale dell'intera comunità rocchettana. Tersite
Per
i tragici fatti di Rocchetta, rimando i lettori
alla lettura della cronaca scritta, "in solido", da
Andrea Gisoldi per LiberaMente.