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 Un mulino

Tre giorni dopo il corpo del pover’uomo fu trovato, di mattina presto, in mezzo alla nebbia, da alcuni cacciatori che non avrebbero dovuto essere lì; era tutto rattrappito intorno alla pala della ruota sbriciolata di un vecchio mulino del fiume.

Il mulino era antichissimo, ormai da tempo in disuso. Secoli prima era stato importantissimo, perché di proprietà di un grande monastero, quello de’ "Gli Olivetani" come lo chiamavano i contadini; ma da generazioni apparteneva alla famiglia Nebuloni.

Ed era da tanto tempo che il fatto si perdeva nella memoria collettiva: così tenace nei giudizi dati a priori così labile nelle considerazioni consequenziali.

"L’Ordine dei frati Olivetani esisteva da mille e mille anni" – si diceva in giro – " Erano venuti da lontano e qui si erano dati da fare per disboscare, drenare, bonificare, cintare, canalizzare, piantare e costruire … un lavoro di generazioni che aveva portato benessere a tutto il contado "

In realtà gli anni erano un po’ di meno: i monaci venivano dal monte Oliveto della Toscana, erano stati attirati dal fiume allora selvaggio e sempre fuori dai bordi ma, almeno, limpido e ricco di vita: per questo la palude che gli giaceva intorno era man mano scomparsa, trasformata in marcite e campi fertilissimi.

Con la crescita economica delle località intorno era anche aumentata la potenza politica dell’ordine.

Quel mulino era diventato il primo di una serie: il primo di decine e decine che sorsero lungo le rive dell’Olona e che, nel tardo Seicento, dettero l’energia necessaria alla nascita dell’industria della seta e a quella della conceria di pelli.

I bachi da seta ed i relativi gelsi, le cui foglie servivano loro da cibo, divennero la fonte di reddito per tantissimi coltivatori della zona; dalle concerie sorsero, poi, i calzaturifici che rendono oggi famosa quella parte della valle dell’Olona nel mondo.

Ora quel mulino d’acqua, o meglio, i resti delle sue pale aggangiavano le membra rattrappite che un tempo erano state l’orgoglio di quel gran lavoratore dell’Agusto ReDionigi, discendente da una delle storiche famiglie dei dintorni, uno di quei tantissimi cresciuti proprio sul lavoro creato dai mulini sull’Olona.

Questo aveva voluto il destino … non sempre necessariamente così cinico e baro !

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