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 Il marculin e il sindaco
L’Annina Dionigi si sposò e scelse un tipo della famiglia dei De Paolini, nacquero dei figli che lavorarono e si stabilirono intorno al vecchio e sempre più venerando mulino dei Nebuloni, di tutto il complesso monastico era rimasto solo quello, perché gli "Olivetani" erano ormai decaduti e in rovina, soprattutto dopo il passaggio delle truppe napoleoniche che l’avevano trasformato in stalla per cavalli e magazzino per cannoni.

L’Olona, però, continuava a scorrere e dava energia al vecchio mulino sempre più stanco nel suo lavorar.

Le famiglie sopravvivevano, si sposavano e si allargavano, all’improvviso i nomi cambiarono e da Dionigi e De Paolini divennero Redionigi e Redepaolini.

Era successo che un Re, da oltre il Ticino, era passato di qua nella parte lombarda a far guerra agli Austriaci, per fare l’Italia, diceva lui; per diventare più ricco e potente, dicevano i suoi nemici che erano tanti, soprattutto dentro la Chiesa.

Era un Re un po’ porcellone e donnaiolo, incolto e duro di cervice come era caratteristica della sua dinastia, nonché ubriacone quanto basta per andare a vincere una grande battaglia proprio in quei luoghi,vicino ad un paese chiamato Magenta.

Il suo esercito arrivò tardi, a cose fatte, ci avevano già pensato gli alleati francesi a vincere quella battaglia e mai fu più meritato il gran " Merde" che li accolse, urlato dal generale in capo Mac Mahon, furioso del ritardo con cui i soldati piemontesi si presentarono sul campo di battaglia.

Questo strano Re, così piccoletto e così fortunato, aveva bevuto il pomeriggio precedente e, a dir il vero, pure la sera, tanto che aveva mandato un suo drappello a rifornirsi d’acqua presso la fontana più vicina.

Aveva bisogno di acqua, tanta acqua per fare un bigone di caffè e farsi passare quella fastidiosissima pesantezza alla testa: in fondo il giorno dopo avrebbe dovuto combattere.

E la fontana più vicina era quella dentro il vecchio mulino de’ Nebuloni.

Ecco perché, dopo quella vittoria militare, più o meno meritata, la gran Sua Maestà concesse a tutte le famiglie dei dintorni il grande privilegio di anteporre al proprio cognome il prefisso ‘Re’: da cui tutti i cognomi che troveremo e sui quali già ci siamo imbattuti all’inizio di questo racconto.

Immagini di più eserciti in battaglia e in marcia

Capito il perché della mutazione dei cognomi saltiamo subito in avanti, verso un'altra guerra, questa molto più dura e vera, tanto che tutti sperarono essere l’ultima e per questo fu chiamata la ‘Grande Guerra’, come se ci potesse essere una guerra piccola.

Tutte le guerre sono grandi nei disastri che provocano e quella fu una delle più grandi.

Ma non fu l’ultima, … purtroppo !

Migliaia e migliaia furono i giovani che vi videro tranciata la vita: stanno lì a testimoniarlo, e per sempre, i tanti monumenti sparsi per tutti i paesi lungo la strada del Sempione.

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