PRINCIPALI CARATTERISTICHE
Superficie: 475 km2
Lunghezza: 104 km
Popolazione: 230.000 abitanti
Scarichi relativi a circa 450.000 AE (di cui il 35% senza trattamento)
Busto Arsizio: 226 m.s.l.m.
Rho: 158 m.s.l.m.
Pendenza media Busto/Rho: 3,5 ./..
Portata media: 2,5 mc/sec
La situazione del bacino dell'Olona, situazione peraltro comune a molti fiumi del nostro
paese, si caratterizza per i seguenti aspetti:
· pessima qualità delle acque, dovuta principalmente alla mancanza pressoché totale di
impianti di depurazione o alla gestione approssimativa di quelli esistenti, nonché
all'incremento del carico inquinante e della superficie impermeabile drenata,
· impermeabilizzazione del letto del fiume frutto della sedimentazione di fanghi e solidi
sospesi connessi alla pessima qualità idrica (che però ha fortunatamente ridotto
l'impatto negativo sulle acque di falda),
· eccessiva sensibilità alle precipitazioni, infatti la durata critica degli eventi
meteorici è probabilmente pari a due/tre giorni (aumentando in maniera spropositata la
frequenza dei fenomeni di esondazione).
Gli interventi di protezione idraulica fin qui previsti e realizzati sono stati
caratterizzati:
· coordinamento approssimativo delle responsabilità e delle capacità progettuali delle
diverse Autorità presenti e autorevoli sul bacino,
· predilezione per interventi intensivi di protezione passiva, con ridotta integrazione
degli interventi su scala di bacino,
· eliminazione dei salti e dei dislivelli, con ulteriore impermeabilizzazione del letto
del fiume ("cementificazione"),
· incrementi delle velocità di deflusso per ottenere un diminuzione dei livelli idrici,
con conseguenti danni a valle dell'intervento stesso,
· sostanziale riduzione delle caratteristiche ambientali a scapito delle naturali
caratteristiche di laminazione delle piene e di autodepurazione delle acque.CRITERI DI PROTEZIONE
Riduzione dei danni alle costruzioni, ai ponti, alle strade e alle ferrovie, alle
attività agricole,alla produzione industriale e alle attività economiche.
Sviluppo della produttività di bacino decisioni e progettualità unitarie degli enti
locali pubblici e privati, investimenti e programmi di sviluppo.
CRITERI PER LA DIFESA DALLE PIENE
Le strategie per la difesa idraulica del territorio nel corso del secolo precedente sono
evolute progressivamente in relazione alla disponibilità finanziaria, alla coscienza
culturale e alle conoscenze scientifiche dei fenomeni che governano la formazione dei
deflussi di piena.
Innanzitutto furono le arginature, sostanziale emarginazione del territorio fluviale dal
contesto del territorio produttivo. Simili interventi hanno però determinato:
· la riduzione del tempo di corrivazione (la durata del percorso di una particella di
pioggia dal punto dove è avvenuta la precipitazione fino alla sezione di controllo),
· la riduzione del tempo di ritorno degli eventi critici (la frequenza degli eventi di
esondazione).
Successivamente si imposero le casse di espansione ovvero grossi volumi di laminazione
delle piene, realizzate in alcune località. Si rendono disponibili i volumi necessari al
contenimento delle portate di piena, indipendentemente dai danni ecologici al territorio.
Gli effetti degli interventi furono l'esproprio al bacino fluviale di ampie superfici per
agevolare l'espansione delle piene e la riduzione della frequenza degli eventi critici
nelle zone a valle protette dagli interventi, a scapito di livelli idrici abbondantemente
superiori e di ambienti naturali "drammaticamente" distrutti da piene
eccezionali, compromettendo l'integrità stessa dell'ambiente naturale fluviale e la
possibilità di vita degli ecosistemi a latere del fiume.
La moderna concezione ecologica di difesa del territorio predilige la formazione di
naturali ambienti umidi, frequentemente soggetti a esondazioni, ma che da tali situazioni
traggono fonte di energia e materiale organico. Aumentando la frequenza e la
disponibilità di siti che ammettono frequenti esondazioni si possono ridurre i danni
ambientali.
L'incremento dei livelli idrici e dei volumi per unità di superficie che possono essere
trattenuti aumenta la capacità di laminazione del bacino e le portate al colmo di piena
sono sensibilmente ridotte.
Per realizzare questo modello di sviluppo è necessario individuare differenti aree che
possono essere sommerse. In tal modo possono essere preservati ambienti urbanizzati dai
danni cagionati dalle esondazioni e possono essere ripristinate e/o incentivate forme di
silvicoltura tipica dei boschi umidi, che costituiscono l'ambiente naturale del corso
fluviale.
CRITERI PER LA DIFESA DELLA NATURA
I criteri di difesa della natura devono uniformarsi al continuo divenire naturale, la
creazione di riserve non risolvono e non rappresentano uno sviluppo, ma un ritorno ad un
passato che può essere addirittura errato preservare, in quanto non più naturale. La
pianificazione territoriale consente la creazioni di ambienti fluviali vivi, dotati di una
particolare propensione allo sviluppo e alla trasformazione naturale. Deve essere data
ampia possibilità ai meccanismi naturali di affermarsi per godere dei benefici delle
evoluzioni sostenibili, invece che preservare ambienti difficilmente resistenti alle
variazioni delle caratteristiche fluviali, territoriali e climatiche.
|