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lettera ad un "compagno"

 
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IL TARANTOLATO DI ARCORE E I SILVIO BOYS
di Rocco Chiarolanza
 

 Caro Vito,

POVERO SILVIO. Dal 10 aprile, ormai, continua il bombardamento mediatico sul risultato elettorale sempre, guarda un po', con l'occhio strabico verso il centro sinistra: non è una vittoria...è un pareggio...avete imbrogliato....se anche la Cassazione vi desse ragione non conta niente....resisteremo....e così avanti, volgarmente e tristemente. Qualcuno vuole dire anche, per cortesia che il governo Berlusconi non ha più la maggioranza? 

 Se parlasse solo il tarantolato di Arcore sarebbe niente, ormai con quella bocca può dire ciò che vuole: che ci sono stai brogli (un Presidente del Consiglio che parla di brogli!!) e, un minuto dopo, che bisogna unirsi, noi e loro, per il bene d'Italia.

Purtroppo, ormai, tutti i suoi alleati, camerieri a tempo pieno, parlano la stessa lingua, usano gli stessi toni, le stesse metafore. Tutti uguali e tutti dotati di quella straordinaria personalità che hanno gli accompagnatori dei politici in TV che, qualunque stronzata dica il Capo davanti a loro, fanno SI SI con la testa, giustificando così non solo la loro presenza ma anche la loro esistenza. I più coraggiosi del centro destra, con sommo sprezzo del pericolo....stanno zitti....non si sa mai. Qualcuno se lo ricorda Fini cui doveva essere addirittura affidata la "cabina di regia" dell'economia? Fini (e Casini) che fecero sloggiare Tremonti? Fini che propose il voto agli immigrati stranieri? Qualcuno se la ricorda la richiesta di "un segnale di discontinuità"  che portò l'anno scorso alla quasi crisi di governo? Soluzione: Fini agli esteri e Follini vicepremier. Follini poi alzò ancora il ditino:.... fuori dai coglioni! 

Certo, come molti amano ripetere, il governo è stato stabile, già. Stabile come il rapporto tra il "caporale" e il lavoratore a giornata o come il rapporto tra il manager (magari meridionale laureatosi al nord col sangue ed il sudore dei suoi genitori) e l'operatore del call center: se non ti sta bene fuori c'è la fila! Ma quello che è più triste, secondo me, è che i camerieri del Sire non è che soffrono in silenzio perché devono salvare il posto, la qual cosa avrebbe, almeno, una qualche dignità. No, più spesso accade ed è palese che GODONO della vicinanza del Sire perché " è come noi", "è uno di noi".

 E questo è il punto più desolante del mio forse confuso ragionare: com'è possibile che dopo 5 anni di cura ci sono ancora 20 milioni di Italiani che lo votano? La mia risposta è la stessa che mi diedi più di trent'anni fa in un tema di italiano al liceo, "il primato civile e morale degli Italiani": semplicemente non esiste. L'Italia non è un paese occidentale. Nel suo sentire profondo è un paese sudamericano o, al meglio, basso-latino. Agli Italiani piacciono i Mussolini, i Peròn. Gli Italiani non amano pensare troppo ed è, questa, una delle differenze tra destra e sinistra. Immigrazione clandestina?: a sinistra "occorre capire i motivi per cui così grandi masse di uomini e donne ....... "; a destra "fuori dale bale". Criminalità?: a sinistra "occorre fermezza ma non possiamo stravolgere le regole democratiche......" ; a destra " pena di morte!"

Caro Vito, per gli Italiani quelli come te sono fastidiosi. Macché, vuoi rompere il tran tran della nostra Italietta? Ma chi te la fa fare, anzi, sputi sul piatto dove mangi, anzi, lo stato ha fatto tanto per te, anzi chissà cosa instilli nelle menti candide dei tuoi allievi invece dei valori della FAMIGLIA ecc. ecc.

Ti dedico, con un po' di amarezza, queste parole che ho letto recentemente su "Sebastien Roch" di Octave Mirbeau, ed. Marsilio: "......in fondo questa gente si detesta e si disprezza. I borghesi detestano gli operai, gli operai detestano i vagabondi; i vagabondi cercano qualcuno che sia ancor più vagabondo di loro per poterlo detestare e disprezzare a loro volta. Ognuno si accanisce a rendere irrimediabile l'esclusivismo omicida di classe, più angusto il già angusto spazio della prigione a vita dov'è incatenato insieme a tutti gli altri. Il giorno in cui, nonostante la mia ignoranza e la fiducia che ripongo esclusivamente nella mia sensitività, ho voluto far notare a quegli sventuratil l'ingiustizia delle loro miserie ed il loro diritto imprescrittibile alla ribellione; il giornoin cui ho tentato d'indirizzare il loro odio non più verso il basso, bensì verso l'alto, ebbene, quel giorno loro hanno diffidato di me e mi hanno abbandonato, considerandomi un tipo pericoloso, oppure un pazzo. Ciò presuppone l'esistenza di una forza d'inerzia che, fortificata da secoli e secoli di atavismo religioso e autoritario, pare impossibile sconfiggere. Eppure, per liberarsi, l'uomo non avrebbe che che da stendere le braccia e far saltare le catene ai polsi, allargare le ginocchia e rompere le catene ai piedi. So già che non lo farà mai....E' rammollito, evirato dalla falsità dei grandi sentimenti; è mantenuto nell'abiezione morale e nella schiavitù intellettuale dalla menzogna della carità......"

Ciao da Rocco.                                                                   (26 aprile 2006)

Gentile amico, o se preferisci, gentile compagno,

se molti giovani si sentono attratti dal vuoto e perfino da certi striscianti, ma non troppo, segnali che si avvicinano al fascismo  nelle forme più moderne del "Padrone Buono", che mentre governa per irrobustire i propri patrimoni ci diverte con popolane canzonette e macabre barzellette, non è detto che dobbiamo per questo sentirci perduti. Personalmente, quando il livello del livore e del linguaggio ideologico dispotico tracima  deborda fino a soffocare o minare la vita democratica, penso che ogni uomo che ama la libertà, in proporzione alle sue possibilità, non può che diventare una SENTINELLA. 

empaticamente, tuo Vito