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L'AMACA
di Michele Serra
Michele Serra
 
L'IMPUNITA' DEL POTERE

Per capire la vicenda Previti forse è necessario saltare a pie' pari la polemica politica vauro, Previti galeottodegli ultimi anni, orami incanaglita, su garantismo e "toghe rosse". La presunzione di innocenza (non impunità: proprio di innocenza) dell'avvocato Previti è ben più antica, di molto precedente questo piccolo scorcio d'epoca. E' lo sbalordimento dell'abbiente, del potente che non riesce a credere di trovarsi sottoposto a regole non sue. DA uomo di legge magari le conosceva, ma era certo di muoversi su un terreno altro, quello privilegiato dei pochi che maneggiano denaro e scambiano favori nella ristretta e protetta cerchia del loro potere. Non è il solo. Vecchi e nuovi ricchi (da molti imprenditori "classici" coinvolti in Tangentopoli agli immobiliaristi di recente e dubbio conio) credono in ottima fede che, aumentando il reddito e tutti gli altri comfort, si entri in un luogo sociale iper-protetto, dove nessuno oserà mai bussare alla tua porta per chiederti conto delle tue azioni. E dev'essere un dramma vero, un dramma umano, accorgersi che l'ultimo degli uscieri, con uno stipendio un millesimo del tuo reddito, può consegnarti un'ingiunzione o un avviso di garanzia anche se da tempo il tuo nome non è più sul citofono come quello dei comuni mortali.  

del 04 dicembre 2005, fonte la repubblica.it

  •  L'impunità del potere

  • Berlusconi: "più pilu per tutti"

 

     
  BERLUSCONI:"PIU' PILU PER TUTTI"

Il Berlusconi non fa più notizia. Fino a poco tempo fa, se avesse garantito in un discorso pubblico “una berlusconi, più pilu per tutticasa per tutti”, si sarebbe meritato almeno qualche editoriale di prima pagina contro le promesse  vanvera, e una manciata di dichiarazioni irridenti o acide da parte dell’opposizione. Oggi, una sparata del genere fa appena un poco di calore, passa in archivio senza che nessuno abbia più voglia di entrare nel merito o d polemizzare. Non è più neanche demagogia, è appena il vezzo ostinato di un leader declinante che quando si trova davanti più di venti persone si sente in obbligo d galvanizzare con qualunque trovata gli passi per la mente, dall’imminente conquista di Marte al prosciugamento del debito pubblico con la carta assorbente. Ma il repertorio è oramai spremuto, esausto, quella dei comunisti che lo odiano è così vecchia che già alle prime sillabe il pubblico si appisola, questa qui di dare “una casa a tutti” richiama, ma molto sottotono, il Cetto La Qualunque di “più pilu per tutti”. D’altra parte, uno così non può certo rifugiarsi nell’ordinaria amministrazione, dopo avere alzato i toni per anni, e puntato sulla straordinarietà quasi paranormale del suo avvento fra noi, unto dal Signore, uomo della provvidenza, nuovo Rinascimento. Così  sarà condannato a tenere il volume alto, anzi altissimo, fino all’ultimo, come quelli attori che, quando il testo è debole, alzano la voce strabuzzano gli occhi per distrarre il pubblico.

(del 13 novembre 2005, fonte la repubblica.it)

 
     
     
     
     
     
     
     

- la repubblica di tersite -

 

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