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L'IMPUNITA' DEL POTERE
Per capire la vicenda Previti forse è necessario saltare a
pie' pari la polemica politica
degli ultimi anni, orami incanaglita, su garantismo e "toghe rosse". La
presunzione di innocenza (non impunità: proprio di
innocenza) dell'avvocato Previti è ben più antica, di
molto precedente questo piccolo scorcio d'epoca. E' lo
sbalordimento dell'abbiente, del potente che non riesce
a credere di trovarsi sottoposto a regole non sue. DA
uomo di legge magari le conosceva, ma era certo di
muoversi su un terreno altro, quello privilegiato dei
pochi che maneggiano denaro e scambiano favori nella
ristretta e protetta cerchia del loro potere. Non è il
solo. Vecchi e nuovi ricchi (da molti imprenditori
"classici" coinvolti in Tangentopoli agli immobiliaristi
di recente e dubbio conio) credono in ottima fede che,
aumentando il reddito e tutti gli altri comfort, si
entri in un luogo sociale iper-protetto, dove nessuno
oserà mai bussare alla tua porta per chiederti conto
delle tue azioni. E dev'essere un dramma vero, un dramma
umano, accorgersi che l'ultimo degli uscieri, con uno
stipendio un millesimo del tuo reddito, può consegnarti
un'ingiunzione o un avviso di garanzia anche se da tempo
il tuo nome non è più sul citofono come quello dei
comuni mortali.
del
04 dicembre 2005, fonte la repubblica.it
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BERLUSCONI:"PIU' PILU PER
TUTTI"
Il Berlusconi non fa più notizia. Fino a poco tempo fa, se avesse garantito
in un discorso pubblico “una
casa
per tutti”, si sarebbe meritato almeno qualche editoriale di prima
pagina contro le promesse vanvera, e una manciata di dichiarazioni
irridenti o acide da parte dell’opposizione. Oggi, una sparata del
genere fa appena un poco di calore, passa in archivio senza che nessuno
abbia più voglia di entrare nel merito o d polemizzare. Non è più
neanche demagogia, è appena il vezzo ostinato di un leader declinante
che quando si trova davanti più di venti persone si sente in obbligo d
galvanizzare con qualunque trovata gli passi per la mente,
dall’imminente conquista di Marte al prosciugamento del debito pubblico
con la carta assorbente. Ma il repertorio è oramai spremuto, esausto,
quella dei comunisti che lo odiano è così vecchia che già alle prime
sillabe il pubblico si appisola, questa qui di dare “una casa a tutti”
richiama, ma molto sottotono, il Cetto La Qualunque di “più pilu per
tutti”. D’altra parte, uno così non può certo rifugiarsi
nell’ordinaria amministrazione, dopo avere alzato i toni per anni, e
puntato sulla straordinarietà quasi paranormale del suo avvento fra noi,
unto dal Signore, uomo della provvidenza, nuovo Rinascimento. Così sarà
condannato a tenere il volume alto, anzi altissimo, fino all’ultimo,
come quelli attori che, quando il testo è debole, alzano la voce
strabuzzano gli occhi per distrarre il pubblico.
(del 13 novembre 2005,
fonte la repubblica.it) |
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