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L'EUROPA IN FIAMME

 feninno, editore

 

 

 

EDITORIALE
di Vito Feninno

Difronte ad una situazione paradossale, dove l’umanesimo e l’illuminismo europeo sembra SGARRUPARE”,  c’è ancora qualcuno che furbescamente  fa ricorso all’italico: SPERIAMO CHE IO ME LA CAVI”

 
L'EUROPA IN FIAMME

 

La rivolta delle banlieues  parigine ritenevo -a torto: visto i fatti- che sarebbe stata una tempesta in un bicchier d’acqua. parigi bruciano le banlieuesMa siamo ormai alla diciottesima giornata di infuocata protesta dei cittadini arabi di terza generazione con piena cittadinanza francese che vive nelle grandi e piccole periferie delle città francesi e il “fuoco” non sembra spegnersi. Anche se in questa ultima giornata gli atti di violenza urbana sono calati in Francia, il “fuoco" si estende in altre località europee come Olanda e Belgio e Grecia.
E a Bologna due scritte: "Bologna come Parigi" e "La rivolta è necessaria solidarietà ai 'casseurs' parigini", e alcuni incendi apparentemente isolati scoppiati nella notte nel capoluogo emiliano, possono esser il richiamano a nuove  violenze urbane di stampo parigino, anche per il Belpaese.
 
Giorni fa il ministro dell’Interno Pisanu in aula a Montecitorio aveva vaticinano che  "In Italia non ci sono banlieues ma in futuro potremmo piangere rispondendo ad una interrogazione parlamentare sui fatti dei CPT di Lampedusa dichiarati nuovi lager da un’inchiesta di un giornalista dell’Espresso che si era fatto ripescare il mare tra chi con le “bagnarole” di latta affronta il viaggio della speranza sbarcando sulle coste siciliane.
 
Il disagio e l’integrazione dei nuovi “neri d’America” europei sembra oggi prendere la via della ribellione e dell’insopportazione. Le politiche di accoglienza e di integrazione costruite su politiche repressive e di sfruttamento segnano il passo e mettono in discussione la capacità dei governi liberali e democratici di affrontareil ministro pisanu il problema. Non a caso il governo di destra francese non ha utilizzato l’esercito per fronteggiare la rivolta: perché avverte il senso di sconfitta delle sue politiche di integrazione e di immigrazione e "sapientemente" cerca di porvi riparo non inasprendo lo scontro.
 
Certamente la protesta parigina e i nuovi fuochi che dilagano in Europa si spegneranno, perché queste proteste spontanee non sono capeggiate da formazioni politiche democratiche e quindi non hanno organizzazione e men che meno strategia.
 
Ecco perché le loro umane rivendicazioni non approderanno a nessuna vera risoluzione, ma saranno solo ricacciate con dei palliativi che risponderanno come sempre a ristabilire il controllo e fronteggiare l'emergenza. Il malcontento comunque è latente in tutti gli strati della popolazione europea, e alla causa di un ristabilirsi della situazione non giova sul piano politico culturale la soluzione pasticciata tedesca che ha dato origine alla “Grande Coalizione” delle due forze politiche che durante la campagna elettorale si erano strenuamente combattute: coalizzando anti democraticamente i voti della sinistra con i voti della destra.
 
Mi sembra che siamo di fronte ad una situazione paradossale: l’umanesimo e l’illuminismo europeo sembrano “SGARRUPARE” mentre c’è ancora qualcuno che furbescamente  fa ricorso all’italico:
“SPERIAMO CHE IO ME LA CAVI”.
 
(del 13 novembre 2005)
 

- la repubblica di tersite -